• Silenziosamente costruire

    Il saluto della Comunità Papa Giovanni XXIII ai giovani che hanno concluso il Servizio Civile e ai nuovi volontari che hanno preso servizio

Silenziosamente costruire

Il saluto della Comunità Papa Giovanni XXIII ai giovani che hanno concluso il Servizio Civile e ai nuovi volontari che hanno preso servizio

“Carissimi amici, il vostro Servizio Civile è una scelta di responsabilità e maturità verso il bene comune, per un camminare insieme dove i piccoli e gli ultimi non sono più pietre di scarto ma pietre angolari parte della Società del gratuito come cara al nostro fondatore don Oreste Benzi”. E’ questo il saluto di Giovanni Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ai giovani in Servizio Civile, nei suoi ultimi giorni alla guida dell’associazione. “Grazie per il vostro sì” continua “per l’impegno profuso, il vostro contributo anche critico, se propositivo, fa crescere tutta la Comunità. Vi affido a chi vi segue con competenza e passione e al/la prossimo/a responsabile generale”.

Con la Comunità Papa Giovanni XXIII 90 giovani hanno concluso ieri il loro anno di servizio civile in Italia, altri 75 lo concluderanno il prossimo 26 giugno passando il testimone a 150 volontari che proprio oggi prendono servizio in tutta Italia e ad altri 38 che inizieranno il prossimo 12 giugno per i progetti Caschi Bianchi all’estero.

Un avvicendamento che avviene in un momento storico particolare” commenta Laura Milani, Coordinatrice Responsabile del Servizio Civile per la Comunità “non solo per la pandemia, per la guerra in Ucraina e per il particolare momento di difficoltà sociale ed economica in cui versa il nostro Paese, ma anche per la recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Di fronte ad eventi di questa portata, possiamo abbandonarci all’angoscia e alla preoccupazione, oppure riscoprirci protagonisti di un movimento di solidarietà e di ri-costruzione di legami significativi: un movimento generatore di cambiamento, di creatività, di pace.

Credo e spero che quest’anno di servizio abbia significato tutto questo per i giovani che hanno vissuto l’esperienza con la Comunità, a partire da quella condivisione diretta, da quel farsi prossimi alle persone, alle problematiche, ai bisogni degli altri che ci caratterizza e che rappresenta il primo passo per diventare parte di un “noi” e promuovere anche nella quotidianità azioni di pace.

Credo e spero che anche per chi inizia oggi sarà così, nella consapevolezza che, come tutte le esperienze che mettono al centro la relazione, anche questa sarà un’esperienza imperfetta ma la cui bellezza sta anche nelle sue imperfezioni. Tra l’arrivo di chi conclude in questi giorni e la partenza di quanti si avviano oggi al servizio, come dice Niccolò Fabi,

“Nel mezzo c’è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere
è potere rinunciare
alla perfezione”