Nel ventesimo anniversario della nascita del Servizio Civile Nazionale, condividiamo il comunicato stampa della Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, di cui la Comunità Papa Giovanni XXIII fa parte.
La CNESC – Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile è lieta di festeggiare i venti anni della promulgazione della legge 6 marzo 2001 n. 64 che ha istituito il Servizio Civile nazionale su base volontaria.
Il Servizio Civile Nazionale è una tra le istituzioni più rilevanti a livello internazionale, vettore di partecipazione e protagonismo delle ragazze, aperta dal 2017 ai cittadini stranieri, sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale dalla visione modernissima della “difesa della Patria”.
Ha incontrato il favore dei giovani, la partecipazione delle formazioni sociali e delle articolazioni locali dello Stato.
Ha innovato anche le relazioni fra gli organi statali, le Regioni, gli Enti Locali e le formazioni sociali, confermando la precedente Consulta Nazionale del Servizio Civile e ha dato il via alla Rappresentanza dei Volontari del Servizio Civile Nazionale.
Si è dimostrata attenta all’uso delle risorse stanziate, destinando più del 95% del Fondo Nazionale all’assegno mensile per i giovani, nello stesso momento in cui si è attivato il cofinanziamento di larga parte delle organizzazioni accreditate.
La CNESC ha partecipato sin dall’inizio all’esperienza del Servizio Civile nazionale: dei cinque enti che parteciparono al primo bando per i giovani, ben quattro erano soci della CNESC. Da allora, abbiamo continuato a pensare a questa esperienza come esercizio attivo della cittadinanza, che si traduce nel servire volontariamente il Paese favorendo la coesione sociale, dimostrando solidarietà ai più svantaggiati sia in Italia che all’estero, difendendo il patrimonio comune, sia esso ambientale, paesaggistico o monumentale, con azioni volte a favorire un senso di responsabile proprietà collettiva, di rispetto, di conservazione verso i beni della comunità, di promozione e educazione culturale, nonché facilitando l’acquisizione di competenze che i giovani maturano durante il percorso.
Questo, per noi, resta il fondamento più profondo che ha il servizio civile come “difesa non armata della Patria” e come contributo al ripudio della guerra e alla costruzione della pace, così come sancito dalla Legge 106/2016 che ha reso “universale” il Servizio Civile.
In questi anni abbiamo potuto apprezzare il sostegno espresso dai Presidenti della Repubblica che si sono succeduti: da Carlo Azeglio Ciampi, che tenne a battesimo le nuove “Forze non armate per l’Italia di oggi”, a Giorgio Napolitano, che riconobbe nei giovani in servizio civile “la meglio gioventù, l’Italia più aperta al futuro e più fresca di energie”, a Sergio Mattarella che un anno fa ha ricordato come “il Servizio civile universale può dare una mano a ricucire” le ferite inferte alle nostre comunità.
Per il futuro, vorremmo che il sostegno al servizio civile fosse convinto e concreto anche per le altre Istituzioni della Repubblica, in primis Parlamento e Governo. Non possiamo infatti trascurare che in questi anni sono state tante le aspettative di giovani, enti e comunità che sono rimaste deluse e non soddisfatte.
Proprio in queste settimane la CNESC è impegnata nelle selezioni dei tanti giovani che hanno partecipato al bando che si è appena concluso con quasi 4.000 organizzazioni, 8.557 sedi di attuazione dei progetti (pari al 35% del totale) e 22.239 posti. Nella fiduciosa attesa che il servizio civile diventi realmente universale, e quindi aperto a tutti i giovani che vogliano sperimentarsi in un’esperienza di difesa nonviolenta e di cittadinanza e di crescita personale, la CNESC cerca di far emergere il protagonismo dei giovani e la loro specifica peculiarità attraverso colloqui motivazionali valorizzando le loro esperienze e bagaglio umano.
Questi venti anni ci rafforzano nel nostro impegno a offrire ai giovani nuove opportunità di crescita come cittadini attivi e responsabili.
E crediamo che questo sia il miglior regalo che possiamo farci in questa occasione per il futuro del nostro Paese.