E’ stato pubblicato in questi giorni il XXI Rapporto CNESC, che racconta in modo collettivo e comparato i dati quantitativi riferiti a 25 Enti accreditati CNESC, tra cui anche l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Un valore aggiunto rispetto ad una presentazione effettuata singolarmente, che offre una fotografia più ampia dell’attuazione dei progetti di Servizio Civile del bando volontari 2020, cui il Rapporto si riferisce.
La CNESC ha partecipato al bando con il 39,2% del totale dei posti in Italia e l’87,1% di quelli per l’estero. L’edizione di quest’anno, rispetto a quelle precedenti, aggiunge la descrizione dei programmi di intervento, con una particolare attenzione alle coprogrammazioni tra enti e un focus sulle “misure aggiuntive”, quelle che per intenderci riguardano l’accesso al bando dei giovani con minori opportunità, un periodo da uno a tre mesi all’estero per i progetti in Italia e la misura del tutoraggio, offrendo elementi utili a una prima riflessione sullo sviluppo della Riforma del Servizio Civile Universale, che ha aggiunto complessità, burocrazia e diversi oneri in capo agli enti. Un’intera sezione del Rapporto viene poi dedicata alle attività di promozione culturale del Servizio Civile, che vede il rafforzamento delle sinergie tra enti, in particolare grazie al 50esimo anniversario dal riconoscimento dell’Obiezione di Coscienza al servizio miliare e dall’Istituzione del Servizio Civile. Promuovere il Servizio Civile come esperienza di difesa civile non armata e nonviolenta e di partecipazione attiva rivolta ai giovani, è fondamentale, in un panorama tristemente influenzato dal tragico conflitto russo-ucraino e dove il Servizio Civile e i Corpi Civili di Pace rappresentano una concreta e valida alternativa all’escalation armata.
IL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO CIVILE
“Gli enti CNESC – si legge nel Comunicato Stampa ufficiale – hanno investito per il bando 2020 quasi 110 milioni di euro, circa 36 milioni in più rispetto a quelli investiti nel bando precedente”
Il tema della sostenibilità e della tenuta del sistema è oggi più che mai attuale e va attenzionato perchè sempre più enti manifestano difficoltà nel far fronte ai diversi adempimenti richiesti. “Non è un caso – si legge nel Rapporto – che le risorse umane ed economiche che gli enti accreditati hanno investito siano aumentate notevolmente, così come le risorse dedicate dalle organizzazioni che operano nelle sedi locali, sia nei costi diretti che nella valorizzazione del tempo non retribuito degli operatori, per l’attuazione dei progetti e per attività di promozione, formazione, spese generali richieste. Con riferimento ai ruoli di rappresentanza, direzione, promozione, amministrazione, informatica e altre funzioni, in capo agli enti titolari della CNESC risultano complessivamente impegnate 209 persone a contratto e 870 a titolo volontario che hanno svolto la funzione loro affidata e richiesta dalla normativa. Anche in questo caso si tratta di dati che mettono in evidenza un dispiegamento di risorse in notevole aumento rispetto al bando precedente, generato non solamente dalla maggior dimensione quantitativa del bando” .
Una possibile strada suggerita anche nel Rapporto, è quella di snellire la presentazione dei programmi di intervento che attualmente è annuale, rendendola triennale.
LA FLESSIONE DELLE CANDIDATURE DEI GIOVANI NEGLI ULTIMI BANDI
Il Rapporto mette in evidenza anche un altro dato interessante, soprattutto se messo a confronto con l’ultimo bando volontari 2022: sono 50.095 le domande presentate per i progetti delle organizzazioni CNESC, su 22.239 posti, il che significa che, come si legge nelle dichiarazioni della Presidente Laura Milani contenute nel Comunicato Stampa “le organizzazioni socie CNESC hanno saputo organizzarsi ed intercettare il desiderio di molti giovani, dopo un anno di lockdown, di impegnarsi e di fare qualcosa di concreto a sostegno delle comunità”.
Si tratta di dati molto diversi da quelli dell’ultimo bando volontari 2022, pubblicato lo scorso dicembre, che invece in generale ha visto un calo delle domande rispetto a quello precedente e ancor più rispetto a quello analizzato nel XXI Rapporto Annuale.
UN FENOMENO PIÙ COMPLESSO DI QUEL CHE SEMBRA
Possibile che a distanza di soli due anni i giovani non sentano più quella spinta verso l’impegno civico e la costruzione della pace? Che non intravedano più nel Servizio Civile un’opportunità di solidarietà, di formazione e di crescita personale? Possibile che improvvisamente il Servizio Civile abbia perso attrattività come si legge in alcuni articoli a commento dei dati del bando giovani 2022?
Molto probabilmente siamo di fronte a un fenomeno più complesso, che non riguarda solo il Servizio Civile e che non va banalizzato e trattato superficialmente, ma richiede un’analisi attenta.
L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, come descritto nel Rapporto Annuale nella sezione dedicata alle singole organizzazioni, ha cercato negli ultimi anni di investire nell’ascolto dei giovani e nella promozione dei valori e dei principi alla base del Servizio Civile, nella convinzione che non abbiano perso quell’adesione ai principi di solidarietà, di ripudio della guerra, di uguaglianza, di benessere per tutti e per tutte, ma piuttosto che vada trovato il modo, assieme a loro, di incanalare le energie e i desideri personali all’interno di un disegno collettivo.
L’associazione ha cercato di rendere protagonisti gli operatori volontari del bando 2020 nella promozione del Servizio Civile, stimolandoli a raccontarsi e a raccontare la loro esperienza attraverso articoli, video e testimonianze. Raccontare non è solo sensibilizzare la collettività, ma è anche un modo per rielaborare un’esperienza e per fare una riflessione su ciò che si fa. E da queste testimonianze emerge che i giovani, nel momento in cui vivono un’esperienza forte di condivisione e di prossimità con chi vive l’emarginazione, l’ingiustizia o una qualsiasi situazione di fragilità, riscoprono anche se stessi, mettono a frutto le loro risorse e capacità, orientano le proprie scelte verso nuove direzioni, ma soprattutto si sentono parte di una comunità e si mettono a servizio per portare un cambiamento per sé e per gli altri. Una conferma, questa, delle potenzialità del Servizio Civile.