Scritto da Beatrice Maffioletti, Casco Bianco in Servizio Civile a Bafoussam nel progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2021 – CAMERUN”

D è un ragazzo di 16 anni che ho incontrato in prigione. La prima volta che parliamo è difficile comprenderci, perché lui parla quasi solo Pidgin. Con il passare delle settimane però i nostri colloqui diventano sempre più sinceri e intensi e D mi confida la sua storia.

D e tutta la sua famiglia nel 2016 scappano dalla guerra della zona anglofona del Camerun e si rifugiano nella regione dell’ovest, in un villaggio remoto e tranquillo. Nonostante la difficoltà con la lingua francese, D si distingue a scuola per la sua intelligenza e determinazione.

Una notte di inizio settembre dell’anno scorso, mentre il padre è lontano per un funerale, un uomo fa irruzione nella loro casa. D, svegliato dalle grida, corre insieme alla sorella e trova l’intruso occupato a torturare e violentare la madre: D, senza esitazione, inizia a colpire l’uomo, che cade a terra ferito. In quel momento, una folla di gente accorre nella casa, attirata dalle grida, e, quando capisce ciò che è accaduto, comincia a colpire l’uomo, fino ad ucciderlo. La madre, sconvolta, chiama la gendarmeria, che però risponde di non avere automezzi a disposizione per arrivare al villaggio. Quando arriva, cinque ore dopo, è già troppo tardi: l’uomo giace dissanguato sul pavimento, la folla si è dispersa, i gendarmi arrestano la mamma e i due figli maggiori con l’accusa di omicidio.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO SU ANTENNE DI PACE!