Nella giornata di ieri è salito al Cielo Giovanni Bastianini, figura fondante e fondamentale nel mondo del Servizio Civile e, più ampiamente, nelle politiche di costruzione della pace italiane. Ha partecipato alla creazione dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, è stato molti anni Presidente della Consulta ed ha contribuito con grande passione all’evoluzione del Servizio Civile e dei Corpi Civili di Pace, con un’attenzione sempre creativa e fervente verso i giovani.
Lo abbiamo incontrato tante volte sul nostro cammino. A Bologna nel marzo 2016, in occasione del Convegno “Oltreconfine: dal Servizio Civile all’estero ai Corpi Civili di Pace”, con un intervento lungimirante ed attuale sulla costruzione della pace in Italia: “Noi abbiamo sempre la difficoltà enorme di confrontarci” – raccontava – “quando si parla di intervento militare la gente si immagina esattamente come funziona perché abbiamo in testa i simboli, le immagini e i codici per definire un intervento militare. Se diciamo intervento non armato e pacifico è una cosa strampalata, uno chiude gli occhi e non vede assolutamente niente, oppure vede troppo. Bisogna che andiamo avanti su questa strada e non è una questione neanche più di contrapposizione: è proprio una questione di tirar fuori dal bagaglio, estremamente ricco e non conosciuto, le esperienze di intervento con esiti positivi fatte in situazioni difficili per portarcele a casa. Però dobbiamo accorciare il percorso. Io mi rifiuto di parlare di Servizio Civile e di Corpi Civili di Pace quando ormai i Corpi Civili di Pace dovremmo averli di quartiere perché la gente con la quale noi dobbiamo fare pace è già arrivata qua, non bisogna andare da nessun’altra parte, dobbiamo aiutare a fare pace i nostri concittadini”
Bastianini ha accompagnato con tenacia anche la nascita dell’attuale sperimentazione sui Corpi Civili di Pace, si rivolgeva infatti così ai giovani in procinto di partire per il primo anno di sperimentazione nel giugno 2017, riferendosi al Decreto Istitutivo dei CCP: “Voi siete figli del caso, siete qui per stanchezza parlamentare. Il pacifismo italiano ha preso questo blitz notturno come un passo di storia, ed in un certo senso è così, il Servizio Civile era lo strumento più affine e vicino per avviare questa sperimentazione, ma i CCP di fatto non esistono ad oggi, non c’è un pensiero strategico su di essi, e quando le cose nascono così, nascono bene”. Proseguiva poi con un augurio, dove suggeriva ai giovani di inventarsi metodi artigianali usando il meglio di sé ed il meglio di chi incontreranno, sperimentando e creando e, soprattutto, uscendo dalle proprie cornici e mettendosi di fianco alle vittime. “Sono curioso di incontrarvi al vostro ritorno, desidero parlare con voi e continuare a costruire insieme, perché la politica deve lavorare CON i giovani e non PER i giovani” concludeva.
E’ con questo sguardo vivace e mano tesa verso le nuove generazioni che vogliamo ricordarlo, auspicando che le sue parole possano tenere vivo il desiderio di lavorare CON i giovani e per la costruzione di politiche di Pace.