Pochi giorni fa è stata depositata alla Camera dei deputati una proposta di legge – “Istituzione del servizio militare e civile universale territoriale e delega al governo per la sua disciplina” – che prevede un periodo di leva obbligatoria di sei mesi, di servizio militare o civile, per tutti i giovani tra i 18 e i 26 anni.
«Se vogliamo veramente investire sui giovani e sulla loro crescita civile, allora dobbiamo investire coraggiosamente sul servizio civile universale, piuttosto che farci trasportare da anacronistiche nostalgie» dichiara Matteo Fadda, Responsabile generale della Comunità di Don Benzi.
«Da quasi 50 anni la Comunità Papa Giovanni XXIII promuove il servizio civile come strumento per costruire la pace attraverso la condivisione diretta con chi vive l’emarginazione e l’ingiustizia. – prosegue Fadda – Per questo non ci stanchiamo di chiedere un Ministero della Pace che, tra le varie funzioni, avrebbe quello di promuovere il servizio civile e i corpi civili di pace».
La CNESC – Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile, di cui la Papa Giovanni fa parte – ha rivolto alcune domande sulla ratio dell’iniziativa.
«Perché non si ritiene funzionale concentrare le risorse economiche pubbliche per sostenere il Servizio Civile che da oltre 50 anni è una forma di difesa civile non armata e nonviolenta della Patria e “di educazione civica al servizio della comunità, di attenzione al prossimo e di rispetto per sé stessi e per gli altri”? – scrive la CNESC in una nota – Ci sembra una soluzione più sostenibile rispetto al ritorno della leva, a 20 anni dalla sua sospensione, oltre che più aderente ai tempi ed ai percorsi giovanili.
L’ultimo bando per il Servizio civile universale ha visto la partecipazione di oltre 120mila giovani ma la copertura finanziaria per il prossimo bando garantirà la partenza a soli 20mila. Perché non incentivare la ricerca di nuovi fondi per garantire l’esperienza a tutti i giovani che ne hanno fatto richiesta anziché creare nuovi capitoli di spesa?».