Nuovamente precarietà e incertezza per i fondi destinati al Servizio Civile: dopo un triennio che grazie ai fondi del PNRR ha permesso a 60.000 giovani di svolgere questa esperienza, ad oggi i fondi stanziati dal Governo sono sufficienti per fare partire solo 20.000 giovani nel bando 2024-25 ed appena 35.000 per il 2025 e 2026.
Per questo CNESC, CSEV, CSVnet, Forum Nazionale del Servizio Civile e Rappresentanza nazionale degli operatori volontari si sono uniti nella Campagna congiunta “QUANTO VALE IL FUTURO?”, per chiedere continuità e garanzie nella stabilizzazione del Servizio Civile.
“Chiediamo al Governo” – si legge nel manifesto della Campagna – “di investire davvero nel futuro, nei giovani e nelle comunità, garantendo ulteriori 280 milioni per il 2024, per avviare 60.000 giovani all’anno in Italia e 1500 all’estero, e risorse per gli anni successivi che garantiscano annualmente l’avvio di almeno 60.000 giovani in Italia e 1500 all’estero, quantificabili in circa 480 milioni, con l’obiettivo di renderlo davvero universale e quindi offrire a tutti i giovani l’opportunità di impegnarsi per la propria comunità e il bene comune”
“In una situazione sempre più complessa a livello nazionale e internazionale” – recita ancora il testo – “di sfilacciamento delle nostre comunità, di emergenze, di tensione sociale, investire nel servizio civile significa investire in un’esperienza che contribuisce al benessere di tutti e di tutte, all’inclusione, al contrasto alla violenza, alla coesione sociale delle comunità”
La Campagna è stata lanciata negli stessi giorni in cui il Ministro Lollobrigida ha annunciato, durante il G7 dell’Agricoltura, che “a breve partirà il Servizio Civile in Agricoltura con la manifestazione d’interesse aperta alle aziende”. “Per la prima volta”, aggiunge il Ministro, “i giovani potranno servire la patria con una attività di valore agricolo. Sarà un anno a spese dello Stato che vuole valorizzare questa attività”. Non è tardata ad arrivare la risposta di CNESC: “Dovrebbe essere chiaro al Ministro Lollobrigida che la legge che istituisce il Servizio Civile permette l’attuazione dello stesso solo agli enti del terzo settore ed enti locali accreditati all’albo SCU, e non ad aziende agricole o altri soggetti del settore profit. Apprezziamo la volontà del Ministero di investire su questo istituto ma la via maestra per sostenerlo è potenziare l’unico servizio civile. Perché diventi davvero universale è necessario investire risorse per il contingente del bando ordinario – che già offre la possibilità di svolgere servizio in numerosi settori tra cui quello dell’agricoltura sociale – anziché immaginare opportunità diverse che rischiano di avere poca attinenza col SC”