Il 13 e 14 ottobre, dopo un anno di servizio come Corpi Civili di Pace all’estero, si sono ritrovati a Roma i 100 giovani CCP partiti con i 5 enti di Cnesc che hanno partecipato all’ultima sperimentazione, tra cui anche la Comunità Papa Giovanni XXIII. Due giorni di condivisione e riflessione, sull’esperienza vissuta, sulle fatiche e sui punti di forza, con uno sguardo ed un forte impegno sul futuro.
UN’ESPERIENZA DI CRESCITA ED ACCOMPAGNAMENTO – Prima di incontrare tutto il contingente dei Corpi Civili di Pace, ci siamo ritrovati con le 3 volontarie ed i 2 volontari partiti con la Comunità Papa Giovanni XXIII – Operazione Colomba in Grecia e Cile, dopo un anno a fianco di migranti e mapuche.
Tra condivisione e impegno per la tutela della vita e dei diritti umani e stimolati dalla poesia “Itaca” di Kostantin Kavafis, Laura, Nicolò, Silvia, Maddalena e Pietro hanno riflettuto sulle tappe del loro percorso, condividendo momenti felici e momenti di fatica, che li hanno portati a conoscersi profondamente, scoprendo nuovi lati di sé e delle persone con cui hanno camminato. Lo scontro con la violenza e con le umiliazioni che le vittime che hanno incontrato subiscono, li hanno portati ad interrogarsi sulla nonviolenza, sulla trasformazione dei conflitti e su come poter fare della rabbia motore di azioni di interposizione nonviolenta, mirate ed efficaci.
UN’ESPERIENZA ANCHE POLITICA, UN CAMMINO COMUNE DI ENTI, OPERATORI VOLONTARI E PEACEBUILDING ITALIANO – Il 14 ottobre, allo Scout Center di Roma, i 100 giovani operatori ed operatrici volontari/e degli enti CNESC si sono uniti per un momento di confronto, elaborando alcune linee prioritarie su cui investire nell’esperienza CCP Italiana: formazione più mirata e specifica, chiarezza tra CCP e SCU, più serietà nel monitoraggio, accompagnamento, advocacy e comunicazione esterna, come stimolare la rete tra i CCP di diverse annualità.
A seguire, il Seminario pubblico “Corpi Civili di Pace. Dopo la sperimentazione, quale ruolo per il futuro?”, introdotto da Primo di Blasio con uno scritto del Ministro Abodi che ha ricordato come “il progetto dei Corpi Civili di Pace rappresenta un contributo prezioso alla costruzione della pace” e con i dati raccolti dall’ultimo anno di sperimentazione CCP.
Il Seminario ha raccolto gli interventi di diversi attori coinvolti nella costruzione della pace in Italia: dal deputato Giulio Marcon, che nel 2013 ha presentato l’emendamento che ha consentito la creazione della sperimentazione CCP, al professor Marco Mascia, Presidente del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova, che in un intervento chiaro ed incisivo ha fatto presente come non si possa fare oggi una riflessione sui Corpi Civili di Pace senza tenere in considerazione ciò che sta accadendo nel mondo, sottolineando le forti criticità della situazione in Medio Oriente ed in Ucraina. “Come superare l’unica “soluzione” della scelta armata? Si può fare solo togliendo voce alle armi e ridandola al dialogo. Si spende oggi in armi più del doppio di 10 anni fa” ha condiviso Mascia che, rivolgendosi ai giovani, ha concluso invitando all’impegno ed alla mobilitazione: “Si resta CCP anche dopo la sperimentazione. Si resta CCP per sempre. La casa dei CCP è dove l’umanità e la dignità sono violate e non ha confini, va dalla città fino all’ONU”
Presente anche Luca Fratini, Coordinatore Giovani, Pace e Sicurezza, rappresentante per il MAECI e membro del Comitato di Monitoraggio della sperimentazione CCP, che nel suo intervento ha sottolineato come i Corpi Civili di Pace possano essere istituzionalizzati e stabilizzati solo con volontà politica ed investimento economico. Luisa del Turco, del Tavolo Interventi di Pace, ha poi portato la voce del peacebuilding italiano evidenziando la positiva sinergia con il sistema del Servizio Civile, che – ricorda – nasce dall’obiezione di coscienza e non come politica giovanile. Tra gli interventi, anche quello di Gloria Volpe, ex CCP e fondatrice dell’associazione Azione Comune di Pace, che ha ribadito la volontà politica dell’associazione di riportare l’esperienza sul territorio testimoniando ed implementando azioni di advocacy.
Durante il seminario, le testimonianze dei CCP appena rientrati hanno ribadito la necessità dell’istituzionalizzazione dell’esperienza, per portare un’alternativa concreta alla gestione e trasformazione dei conflitti, siano essi armati, sociali, economici culturali o ambientali. Anche Silvia, volontaria con la Comunità Papa Giovanni XXIII – Operazione Colomba in Grecia, è intervenuta raccontando la sua esperienza ed esprimendo il rammarico per non sapere cosa ne sarà del futuro dei progetti dopo la quarta annualità in partenza nei prossimi mesi.
A conclusione del seminario, Laura Milani, Presidente della CNESC e Responsabile del Servizio Civile per la Comunità Papa Giovanni XXIII, ha rinforzato l’esigenza di stabilizzare e valorizzare l’esperienza dei Corpi Civili di Pace, evidenziandone la positiva contaminazione tra Istituzioni, associazioni e persone diverse come elemento vincente, e rilanciandone la questione sulla sicurezza: “Nella quarta annualità non ci sono i Paesi dov’è più necessaria la presenza dei CCP. Chiediamo alle Istituzioni di valutare assieme un nuovo paradigma sulla sicurezza”
E ORA? – Come si legge anche nel Comunicato di CNESC, una delegazione di enti, volontari e rappresentanti, chiederà un incontro al Ministro Abodi, per ribadire che l’esperienza dei CCP colloca il nostro Paese all’avanguardia nella partecipazione dei giovani nella costruzione della pace e per presentargli le proposte sul futuro