Georgia on my mind
volontariato europeoScritto da XhildoTushaj e Beatrice Silvani, volontari SVE nel progetto “ABC- All for Batumi’s Children in Georgia a Batumi
Noi volontari del progetto SVE “ABC- All for Batumi’s Children” abbiamo svolto il Servizio Volontario Europeo presso le case famiglia della Community of Pope John XXIII in Georgia.
Tre volte a settimana facevamo attività al campo profughi: supportavamo i bambini per aiutarli nello svolgere i compiti, li aiutavamo nelle materie dove avevano più lacune e insegnavamo loro l’inglese. I bimbi del campo hanno età differenti per cui proponevamo giochi che potessero mettere tutti in relazione e potessero dare loro un insegnamento di cooperazione e lealtà.
Nel tempo libero abbiamo conosciuto il territorio, dall’aspetto più ludico come visitare musei, parchi ecc. a quello più serio come l’incontro con varie organizzazioni del luogo che operano nel sociale.
Il contesto georgiano è però piuttosto drammatico.
La situazione economica georgiana è peggiorata negli ultimi anni, gli stipendi sono rimasti invariati mentre il costo della vita è aumentato. Anche la difficoltà a trovare un lavoro ha fatto sì che dai villaggi le famiglie si spostassero verso la città. Pian piano si è costruito un vero e proprio campo profughi (meglio dire sfollati) che attualmente stimiamo abbia circa 1500 baracche fatte per lo più di legno e lamiera.
L’aspetto socioculturale che abbiamo approfondito attraverso il progetto è quello che riguarda la tutela e l’istruzione dei bambini. La scuola dell’infanzia è a pagamento, salvo esenzioni da parto dello stato, ed è obbligatorio frequentarne l’ultimo anno per poter avere la possibilità di accedere alla prima classe elementare.
È difficile trovare però trovare posti disponibili negli asili, ci sono tante richieste ma le strutture sono poche. La scuola elementare, invece, è gratuita ma nonostante sia obbligatoria lo stato non ne controlla la frequenza per cui molti bambini non vanno nemmeno alla prima classe e non sanno nè leggere nè scrivere.
Il livello di preparazione degli insegnati e di strutturazione dell’insegnamento è mediocre e anche questo comporta un basso indice di alfabetizzazione della popolazione. Tutto ciò innesca un circolo vizioso che porta ad avere figure professionali con livelli di preparazione lacunosi. Le scuole, inoltre, non sono in grado di accogliere persone con disabilità, né fisiche né mentali. Gli insegnanti di sostegno, inoltre, sono per lo più “accompagnatori” e la società non è sensibilizzata a questa problematica. A Batumi ci sono due scuole (a Kelvachauri e Markingiauri) che accolgono handicap gravi, mentre una terza accoglie persone con disabilità minori.
Perché fare lo SVE in Georgia con la Comunità Papa Giovanni XXIII?
Perché vivere e collaborare a stretto contatto con l’Associazione ci ha dato la possibilità di conoscere più profondamente la realtà georgiana e le vite delle persone.
Grazie a questa collaborazione abbiamo avuto la possibilità di arrivare dove, per mancanza di tempo o di personale, l’Associazione era in difficoltà: questo ci ha permesso di responsabilizzarci e di farci crescere.