La mia esperienza croata
volontariato europeoScritto da Andrea Zamagni, volontario SVE nel progetto Community Embrace for Inclusion in Croazia presso Comunità Papa Giovanni XXIII
Sono Andrea, ho 22 anni, vengo da Mercatino Conca, un paesino non tanto lontano da San Marino e Rimini e, a maggio, ho deciso di vivere un’esperienza di volontariato, in Servizio Volontario Europeo, in una realtà dell’“Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII” in Croazia. Il progetto consiste nell’assistere ex-tossicodipendenti, ex-alcolisti e chiunque altro abbia avuto dei problemi i ora cerca di “rimettersi in carreggiata”, nel loro percorso di riabilitazione. Quando ho deciso di partire, mi ero laureato da poco in Economia. Non ero più tanto convinto della mia scelta e, il mio desiderio di aiutare chi è in difficoltà, mi ha portato a varcare la porta di uno degli uffici della Papa Giovanni per avere informazioni su una possibilità di lavoro o di fare qualche esperienza. È stato allora che, del tutto inaspettatamente, mi è stato chiesto se sarei stato disponibile a partire per 9 mesi per andare in Croazia in una comunità terapeutica, lasciandomi 3 o 4 giorni per pensarci su. Il mio primo pensiero è stato: “Ma chi me lo fa fare di lasciare tutto quello che ho qui? Amici, famiglia, ogni tipo di comodità a cui sono abituato.. Per andare, poi, in Croazia! Non conosco niente di quel Paese, se non che parte del suo territorio, in passato, era annesso all’Italia!”. Nei giorni seguenti il colloquio, non so quale strano meccanismo si sia innescato in me, fatto sta che ho iniziato a pensarci sempre di più. E, alla fine, ho deciso di partire.
Sono anche sicuro che, se avessi avuto più tempo, ora non sarei qui a scrivere queste righe. Il motivo che mi ha spinto a partire non mi è ancora del tutto chiaro. So per certo che ha inciso molto la voglia di aiutare chi ne ha bisogno e anche il desiderio di vivere un’esperienza forte all’estero e la necessità di cambiare aria per un po’, di staccare la spina, anche per cercare di capire meglio chi sono. Non sapevo bene cosa aspettarmi una volta arrivato a destinazione, anche perché, come ho scoperto più tardi, certe cose non si possono spiegare, vanno semplicemente vissute.
La prima cosa che mi ha colpito, quando sono arrivato in Croazia, è stata il paesaggio, così diverso da quello della vicina Italia: montagne molto rocciose con qualche spruzzo di verde qua e là e a picco sul mare. Me ne sono subito innamorato! Dovendo aspettare per l’autobus, mi sono fatto un giro a Spalato, una città veramente carina, che si potrebbe definire la capitale della Dalmazia, la regione sud della Croazia.
Una volta arrivato alla mia destinazione finale, ad un centinaio di chilometri da Spalato, in un posto abbastanza isolato, su un monte che domina una pianura di campi coltivati e offre paesaggio davvero suggestivo, sono stato accolto con grande gioia. Alcuni ragazzi, subito dopo essersi presentati, hanno preso i miei bagagli e li hanno portati nella mia stanza.
Poi, Kruno, colui che si è occupato del progetto, mi ha fatto visitare la casa e mi ha presentato Gordana, la responsabile della casa. A questo punto, mi è stato lasciato del tempo per farmi una doccia e rilassarmi.
Inutile dire che sono stato assalito da un turbinio di emozioni: era fatta, “il gioco” stava iniziando sul serio! Fino a quel momento non ci avevo pensato tanto, forse per difendermi dalla paura per un’esperienza completamente nuova e “sconvolgente”. Comunque sia, ora sono qui, e cercherò di vivere al meglio ogni singolo momento. Non mi resta, dunque, che augurarmi che tutto continui nel migliore dei modi perché, si sa, il viaggio porta con sé grandi emozioni che permettono di aprire la mente e l’anima.