EVS in Croazia, why not?

volontariato europeo

Scritto da Marco di Noto, volontario SVE nel progetto “Uniti nei Balcani” in Croazia presso Comunità Papa Giovanni XXIII

Giorno 58, ore 15:58

Viaggio di ritorno da Medugorje: tre italiani in una macchina dalla targa croata: ci ferma la polizia e solo io (l’ avventuriero) parlo inglese folkloristico. In poche parole… multa di 15 euro sul posto (senza verbale) o 30 andando in Questura… contratto per la multa sul posto. E il tutto perchè non avevamo le luci accese ma… erano le 17:00!

Questa è una delle situazioni bizzarre in cui vi potreste trovare se vi candidate a questo progetto!

Oppure… pagando il biglietto per l’ autobus alla biglietteria costa di più che farlo direttamente quando sei sopra!

Con che spirito va presa questa esperienza? Prima cosa open-mind e massima disponibilità di tempo, energie, emozioni…. non c’è davvero spazio per le restrizioni!

Vivo in una comunità terapeutica a Vrgorac, nel sud della Croazia: ogni giorno per dire “buongiorno” utilizzo tre lingue diverse, inizio in inglese, proseguo con qualche slang in croato e finisco con il mio amato italiano.

Questo è l’impatto del mio primo mesetto nel paese…  quando questo meraviglioso popolo così ospitale scioglie le difese iniziali si apre veramente un altro mondo!

La vita all’interno della Comunità Terapeutica è molto “alla giornata” anche se scandita da orari ben precisi. Si passa da attività lavorative come raccolta di peperoni, fragole, uva a quelle “artistiche” come fare Krunice ( rosari), e piccoli angeli da dipingere con i colori acrilici.

Andando più in profondità, e nel succo significativo dell’esperienza, la struttura accoglie persone ex tossicodipendenti e qualche ragazzo con patologie psichiatriche, e realizza programmi specifici per il loro recupero. Si sperimenta l’accettazione dell’altro nella sua autenticità, perché in un posto così crollano le maschere del passato e ci si rivela nella propria autenticità di persone. Avviene pertanto un incontro diretto non più fra personaggi ma fra persone.

Ogni giorno è una celebrazione alla vita nei momenti di semplicità, condivisione di spazi logistici e spazi interni troppo spesso cullati nei meandri della nostra solitudine. È un periodo di forte crescita individuale, ma anche di sviluppo di competenze linguistiche, interpersonali, culturali, pratiche, insomma… interdisciplinari!

Un casco bianco qua mi disse una cosa e voglio condividerla con voi: Non sai come stargli vicino e come aiutarli ma solo vivendo con loro entri nella bellezza di un altro mondo. È vero: non esisti più tu con i tuoi problemi insormontabili ma inizi a vivere la vita come un dono unico nella totalità delle sue sfumature.

Vorrei raccontarvi tanto ancora ma il time-table chiama e tanta altra vita mi attende qua a Vrgorac!