I miei tre mesi come volontaria SVE in Albania
volontariato europeoScritto da Lucia Malorgio, volontaria SVE nel progetto “Uniti nei Balcani” in Albania presso Comunità Papa Giovanni XXIII
(Foto con il vescovo di Scutari, Mons. Angelo Massafra)
Un periodo di volontariato in Albania non era assolutamente nei miei piani, ma quando arrivano delle belle opportunità bisogna coglierle al volo senza farsi troppe domande, perché come diceva don Oreste Benzi “le cose belle prima si fanno e poi si pensano”!
A settembre tramite un annuncio su Facebook ho scoperto casualmente che la Comunità Papa Giovanni XXIII cercava un volontario da impiegare in una casa famiglia a Scutari. Ho avuto la sensazione che quell’annuncio fosse proprio rivolto a me e ho cercato di non ascoltare il mio “sabotatore interno” che mi diceva “Ma che ci vai a fare in Albania? Come farai ad occuparti di persone in difficoltà? Che aiuto puoi dare con tutti i tuoi limiti?”… e così sono partita! Già dopo pochi giorni ho capito di essere nel posto giusto al momento giusto e che potevo dare e ricevere tanto! La casa famiglia San Raffaele è una realtà molto variegata: accoglie bambini e adolescenti con un vissuto familiare difficile, adulti con disagio sociale e con handicap psichico. La relazione con le responsabili della struttura e gli altri volontari è stata fondamentale per capire come comportarmi con queste persone e come entrare nelle loro vite con delicatezza. Con il passare dei giorni ho sentito che potevo trovare, in base alla mia creatività e alle mie attitudini, il mio spazio e il mio ruolo in quella casa. Ho iniziato a coinvolgere le bambine e le adolescenti nella preparazione di torte e biscotti, insegnando loro le mie ricette migliori, ma col tempo mi sono sentita pronta anche a cimentarmi in cose mai fatte prima, come accudire Elona, una ragazza affetta da epilessia e autismo. I suoi sorrisi sono uno dei ricordi più belli!
In questi tre mesi ho avuto modo anche di fare delle visite ad alcune famiglie nei villaggi e nelle periferie di Scutari, che la Comunità assiste tramite il progetto “Incontriamo la povertà”. Nel Nord dell’Albania vi sono ancora, purtroppo, situazioni di grande povertà, alti tassi di dispersione scolastica, arretratezza e mancanza di opportunità. Ho conosciuto storie di grande miseria, famiglie afflitte dal fenomeno delle vendette di sangue, tante vicende che ancora non smettono di interrogarmi. Ci si sente piccoli e impotenti di fronte a problemi molto più grandi di noi, ma in questi mesi ho capito che aiutare gli altri non vuol dire necessariamente fornire delle soluzioni, avere la presunzione di salvare il mondo, fare qualcosa, ma semplicemente esserci, far sentire la propria vicinanza, donare il nostro tempo.