Scritto da Giacomo Dal Lago, volontario in Servizio Civile a Valdagno nel progetto “2019 Con il sole negli occhi”.

Sono Giacomo Dal Lago, un volontario in servizio civile che ha svolto il servizio nella Casa Famiglia “Piccoli Passi” presso la Contrada Mucchione di Valdagno nel progetto “2019 Con il sole negli occhi”.

All’inizio del servizio svolgevo alcune attività con le persone adulte in situazione di disagio sociale inserite all’interno del progetto quali: preparare insieme il pranzo, tagliare l’erba, sistemare la legna, sviluppare dialoghi e conversazioni finalizzati sia alla reciproca conoscenza sia alla costruzione di   una relazione significativa. In questa prospettiva, anche i momenti del pranzo insieme e delle discussioni sui vari argomenti divenivano significativi.

Avevo appena cominciato a conoscerli ed a instaurare una relazione con loro, a capire le varie situazioni e a comprendere quale poteva essere il mio ruolo all’interno della comunità, quando all’improvviso la pandemia da coronavirus cambiò tutto.

Inizialmente il servizio è stato sospeso in ottemperanza delle disposizioni previste dai DPCM del governo. Poi, per fortuna, ad aprile abbiamo ripreso le attività, anche se in modo diverso e decisamente ridotto. Questo ha in parte ostacolato le relazioni che erano appena nate e ridotto notevolmente le attività che prima potevo svolgere. I contatti personali si sono ridotti ma è continuata la collaborazione con il responsabile della struttura che mi ha trasferito delle conoscenze a me ignote facendo nascere in me una sensibilità verso problematiche di cui precedentemente avevo poca conoscenza.

Abbiamo fatto alcune formazioni online ricche di argomenti interessanti sia sull’emergenza del coronavirus sia sulle attività che la Comunità Papa Giovanni XXIII svolge promuovendo i suoi valori di pace, solidarietà, fratellanza e giustizia sociale. La formazione ha sviluppato in me interesse verso situazioni problematiche quali il disagio psichico, l’handicap, l’integrazione, l’inclusione e mi ha dato degli stimoli per accostarmi alla realtà in modo più critico.

Il mese di agosto ho partecipato ad una bella esperienza di servizio con altri volontari e con ragazzi con disabilità intellettiva residenti in varie case famiglia a San Vito di Leguzzano.

Al di là delle attività ricreative, ci siamo divertiti a colorare, fare balli di gruppo, suonare, cantare e fare passeggiate. Ho vissuto in prima persona il contatto con persone “diverse” che hanno potuto sperimentare un’esperienza di normalità divertendosi.

L’esperienza fatta finora è stata bella anche se limitata e meno intensa, rispetto a quello che avrebbe potuto essere a causa dei limiti imposti dalle disposizioni anti-Covid.

La cosa che mi è maggiormente mancata è il rapporto con le persone e l’impossibilità di svolgere delle attività insieme a loro. Da qui però posso partire per un percorso aperto agli altri con una visione diversa della società impegnandomi individualmente oltre all’esperienza del servizio civile.

L’esperienza del servizio civile può essere considerata il punto di partenza di un percorso in cui porto avanti quanto ho vissuto, sviluppando nella mia vita futura gli ideali di pace, integrazione, giustizia e disponibilità verso l’altro e i principi di una società del gratuito.