Una famiglia all’improvviso

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Scritto da Alessio Canonico, volontario in Servizio Civile a Città Sant’Angelo nel progetto “2019 Da grande”

Se dovessi dare un titolo al mio servizio civile penso che lo chiamerei “Una famiglia all’improvviso”. Eh si, perché è proprio quello che è successo a me, all’improvviso mi sono ritrovato catapultato in questa realtà, sono partito a settembre pensando di sapere dove avessi fatto domanda, pensando di sapere cosa avrei potuto trovare o incontrare (essendo che conoscevo la realtà di quella casa famiglia) e alla fine di questo percorso posso effettivamente dire – e sono contento di dire – che non avevo capito nulla.

In questo anno caratterizzato dal covid, nonostante tutto, so di aver vissuto il servizio nella maniera in cui sarebbe stato utile a me, per capire cosa veramente voglio fare nella vita e della mia vita, perché in fondo penso che il servizio civile sia una di quelle esperienze che una persona debba fare, soprattutto se come me, ti trovi in un momento in cui non sai bene dove andare e vieni da una serie di scelte “sbagliate”.

La realtà che ho vissuto io è proprio quella di una famiglia, la famiglia così come dovrebbe essere, la famiglia perfetta, ma non perché non si sbaglia mai o sono tutti bravissimi, anzi, come dice un testo di Gio Evan “perfetta significa ‘per fetta’, significa che ci hai provato così tante volte da essere a fette, a pezzi, distrutta, disintegrata”… significa che nonostante i mille errori, nonostante le innumerevoli cadute, nonostante certe volte sembri che tutto quello che fai sia inutile, trovi sempre la forza di continuare a non mollare, quella forza che è mossa dal sentimento più grande che ci possa essere: l’amore.

Ed è grazie a questo percorso ed alla mia casa famiglia che ho sperimentato ed ho capito veramente cosa significa donare amore in maniera gratuita, senza voler nulla o aspettarsi nulla in cambio. Capisci veramente il significato di questa parola, amore, solo quando vivi esperienze del genere, quando ti trovi davanti persone che non giudicano o non ti etichettano per i tuoi errori o i tuoi sbagli, ma cercano di aiutarti e farti capire che nonostante tutto una persona ha sempre l’opportunità di scegliere, di cambiare, di dare un senso nuovo alla propria vita.

Io sono grato a Dio per il dono immenso che ho avuto di poter entrare a far parte di questa famiglia, perché ormai, dopo quasi un anno, posso dire che mi sento parte di loro, loro che mi hanno fatto entrare nella loro vita, nelle loro fragilità, nella loro quotidianità, nelle loro gioie, nelle loro ferite, nelle loro storie, nei loro desideri. Li ringrazierò sempre per tutto e so che in fondo questo non è la fine, ma l’inizio. Ringrazio soprattutto Fabiola e Gianni, mamma e papà della casa famiglia, per i continui e quotidiani insegnamenti, per quello che mi hanno trasmesso, per i mille discorsi e confronti fatti e per il loro esempio costante nel donare amore, nel farsi prossimo all’altro in qualsiasi momento, anche nel momento più buio. Per tutto quanto io dico grazie Big Family.