La chiave di volta
servizio civile italiaScritto da Claudia Bau e Lorenza Piersante, volontarie in Servizio Civile a Bologna nel progetto “2020 Non una di meno”
Ciao a tutti! Siamo Lorenza e Claudia e svolgiamo servizio civile con l’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII nel progetto “2020 Non una di meno” contro la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale.
Il servizio si struttura in tre diverse attività: le uscite di strada, il lavoro d’ufficio e il lavoro educativo nella struttura di seconda accoglienza.
Le uscite di strada consistono nell’attività di monitoraggio ed emersione del fenomeno attraverso l’incontro diretto con le donne che si prostituiscono. Per poter prospettare, a chi la necessita (alcune delle donne in strada non sono sfruttate da sistemi criminali), un’offerta d’aiuto, è necessario che si instauri una relazione caratterizzata da reciproca fiducia. Questo processo è lento e complicato. La chiave di volta consiste nel far sentire la nostra presenza ogni settimana e farci prossime alla loro situazione, mostrando interesse rispetto ai frammenti di vita passata e presente di cui decidono di farci partecipi.
Per quanto riguarda il lavoro d’ufficio, esso si sostanzia nell’incontro con le ragazze che vengono inviate dalla Commissione territoriale tramite procedura di referral: attraverso più colloqui si ricostruisce la loro storia in maniera strutturata, completa e coerente comprendendo se ci si trova davanti ad una vittima di tratta per sfruttamento sessuale. In questo contesto possiamo apprendere quali sono i vari passaggi del fenomeno ovvero (per quanto riguarda la tratta nigeriana che è quella maggiormente presente nel territorio) le modalità di reclutamento da parte delle madame, la sottoposizione ai riti juju per il pagamento del debito contratto per il viaggio, le numerose tappe durante il percorso verso l’Europa, la permanenza nei camp, l’uscita e la conduzione su strada.
Il lavoro educativo nella struttura di seconda accoglienza a Bologna è invece l’ultimo tassello verso l’autonomia delle donne che hanno deciso di intraprendere un percorso di allontanamento dai sistemi criminali che le gestivano e quindi un cambiamento radicale della loro vita. Qui avviene l’accompagnamento delle accolte in un percorso di integrazione nel contesto sociale italiano attraverso l’acquisizione della lingua con i corsi del CPIA, lo sviluppo di competenze professionali attraverso tirocini formativi e soprattutto un intenso processo educativo che passa attraverso l’instaurazione di relazioni significative. Le dinamiche all’interno della struttura non sono per nulla semplici data la giovane età delle ragazze, il loro vissuto e il diverso contesto culturale di origine, è quindi importante trovare la giusta modalità relazionale con ognuna di loro e capire quando è necessario essere accoglienti e quando invece è importante essere fermi e far rispettare le regole.
Questo progetto di servizio civile ci garantisce quindi una visione completa del fenomeno e la possibilità di acquisire competenze sia conoscitive che relazionali.