Mettere in pratica
servizio civile italiaScritto da Elena Zanatto, volontaria in Servizio Civile a Castelgomberto (VI) nel progetto “2020 Abili di cuore”
Sono Elena, ho ventuno anni. Oltre al percorso di Servizio Civile che ho intrapreso a maggio 2021, opero anche in altri ambiti di volontariato. Nell’ottobre dello scorso anno ho dato la mia disponibilità ad accompagnare i bambini della scuola materna del mio comune sullo scuolabus e a giugno sono diventata membro della Comunità Capi del mio gruppo scout, di cui faccio parte dal 2008. Principalmente mi occupo della branca L/C (lupetti). A settembre sono diventata allenatrice di un gruppo di bambine della mia società di ginnastica ritmica, attività che mi permette di continuare a coltivare la mia passione per questo sport.
Ho scelto di iniziare un’esperienza di Servizio Civile per mettermi in gioco, consapevole che questi mesi mi aiuteranno a crescere e a capire meglio quello che desidero fare in futuro, anche in ambito lavorativo. Il progetto che mi coinvolge è “2020 ABILI DI CUORE”, il quale interviene l’ambito dell’assistenza alla persona con disabilità attraverso quelle che sono alcune realtà di condivisione della Comunità Papa Giovanni XXIII in Veneto. Presto servizio presso la casa famiglia di Valle di Castelgomberto. Durante le cinque ore giornaliere le mie mansioni sono principalmente di supporto alle diverse attività quotidiane della casa famiglia e in particolare contribuisco alla cura dei bambini e delle ragazze presenti. Essi sono L. e F., due gemelli di undici anni con la sindrome di Down, B. una ragazza di diciannove anni anche lei con la sindrome di Down e A. una ragazza di quattordici. Insieme giochiamo, facciamo passeggiate… e ad agosto ho avuto l’occasione di vivere insieme a loro l’esperienza del campo di condivisione a Lignano.
I temi della formazione che viene fatta a noi volontari mi interessano molto; il modulo riguardante la relazione d’aiuto è quello che più mi ha colpito. Sono riuscita a capire le modalità di relazione non solo con le persone che incontro quotidianamente, ma anche con chi fa parte della mia vita al di fuori del servizio civile. Qualche settimana fa ho potuto sperimentate nella pratica quanto appreso. Tutti i membri della casa famiglia erano usciti e mi è stato chiesto di fare una passeggiata con B. Siamo partite e subito ho notato che la ragazza non aveva intenzione di proseguire. Dopo svariati tentativi, demoralizzata per non averla convinta, l’ho riaccompagnata a casa. Una volta arrivate però, ho voluto provarci di nuovo: con il tablet comunicatore le ho spiegato dove saremmo andate e cosa avremmo fatto e con calma le ho raccontato dove erano tutti gli altri. Con mia grande sorpresa, B. si è alzata, mi ha seguita e siamo riuscite a completare la passeggiata. Questo fatto mi ha dato molta forza: sono felice di essere riuscita a trovare il modo per comunicare con B. senza aver dovuto ricorrere all’ aiuto dei suoi genitori.
Sento che sono cambiate molte cose rispetto ai primi tempi: ho avuto costantemente l’occasione di fare diverse attività e vivere delle esperienze che mi hanno fatta crescere. Tra queste ricordo in particolare il campo di condivisione, il quale mi ha spronata e dato la carica giusta per affrontare i prossimi mesi di servizio civile al meglio. Mi auguro di vivere ancora tante emozioni e di sentirmi ancora più ricca alla fine di questa bella esperienza.