Qualcosa di raro e prezioso
servizio civile italiaScritto da Mery Di Aiuto, volontaria in Servizio Civile a Campli (TE) nel progetto “2020 Non c’è due senza te”
Salve, sono Mery Di Aiuto, ho 28 anni e presto servizio presso la casa famiglia Manuela a Campli (TE).
Tutto è iniziato durante il lockdown quando ho sentito il bisogno di aiutare le persone meno fortunate di me; pensavo costantemente a loro, isolati e senza aiuti. Per questo ho voluto approfondire l’argomento tramite un corso di assistenza educativa ai disabili e nel mentre è uscito il bando di Servizio Civile Universale che prevedeva proprio l’aiuto ai disabili: mi iscrivo, faccio il colloquio e vedo di non essere presa. Nonostante questo, non mi demoralizzo perché sentivo dentro di me di avere un’altra occasione e grazie alla rinuncia di un ragazzo arriva la tanto attesa chiamata. Questo per me è stato un segno, era la prima volta che mi sentivo positiva di fronte ad un rifiuto e nonostante la mia scarsa autostima e il mio spiccato senso autocritico sentivo di essere la persona giusta per questo progetto (2020 Non c’è due senza te).
Claudia e Gioacchino, i responsabili della Casa Famiglia, mi hanno accolta a braccia aperte, con loro si è creato un rapporto speciale che va oltre e sono sicura che continuerà anche dopo questo anno. Ho una profonda ammirazione e stima e oggi se qualcuno mi chiedesse di scrivere quali sono i miei eroi io scriverei loro.
Durante il servizio interagisco principalmente con Marco e Silvio. Marco è una bomba di energia, un’instancabile ragazzo di 25 anni pieno di vita, appassionato della tecnologia e della musica. Silvio un ragazzo di 33 anni con la passione della cucina; insieme leggiamo e trascriviamo ricette.
Inoltre, da un mese circa organizziamo degli incontri pomeridiani con la casa famiglia Terra Promessa di Città Sant’Angelo, con la speranza di poter aprire un centro di aggregazione aperto a molti dove poter svolgere delle attività di svago. Con loro cuciniamo e stiamo provando una recita da portare davanti ad un vero e proprio pubblico.
Oggi, a distanza di mesi, capisco che inconsciamente ho scelto tutto questo per me. Infatti, dico sempre che interagire con queste persone così speciali fa più bene a me che a loro. Sto vivendo qualcosa di raro e unico e mi sento fortunata ad aver avuto questa possibilità.