Saper cogliere il bello di ogni giorno
servizio civile italiaScritto da Concetta Iabichino, referente locale per il Servizio Civile con la Comunità Papa Giovanni XXIII della “Zona Sud”
Concetta è una delle referenti locali di Servizio Civile con la Comunità Papa Giovanni XXIII in Sicilia. All’indomani delle ultime giornate di formazione con il gruppo di volontari e volontarie che hanno iniziato il loro anno di servizio civile lo scorso maggio, ci regala questa bellissima condivisione.
“Vorrei condividere l’ultimo giorno di formazione, dove con due giochi semplici, abbiamo valutato progetto ed esperienza di Servizio Civile da inizio ad oggi. Ne è venuto fuori un momento di condivisione davvero profondo e ricco.
Che dire, ogni tanto qualche soddisfazione ci sta proprio! Quelle carezze che, in mezzo a tanto lavoro spesso burocratico, ti danno la forza e desiderio di continuare ancora e crederci tanto, al punto di cercare di fare sempre del tuo meglio!
I ragazzi e le ragazze, con tutte le loro caratteristiche, particolarità, fragilità e ricchezze, hanno fatto una fotografia della loro esperienza dall’inizio ad oggi, ed è una fotografia che ho trovato davvero molto bella, a tratti profonda e commovente. Hanno colto, ognuno con il proprio modo, la bellezza e ricchezza della condivisione “con i piccoli” delle nostre strutture. Una freschezza che, oltre nell’età di ognuno di loro, si riconosce nel saper cogliere il bello di ogni giorno, anche se a volte la quotidianità risulta monotona o difficile.
Scettici, all’inizio esperienza, sullo slogan “Il servizio civile ti cambia la vita” dicevano “è una frase fatta…e basta!”. Ma con grande sorpresa lo slogan è diventato reale: a loro il Servizio Civile ha cambiato la vita, e lo sta tuttora facendo, veramente. Hanno acquisito tante competenze, ognuno in modo specifico e personale, a seconda del loro bagaglio iniziale e delle caratteristiche personali. Una crescita sicuramente dal punto di vista personale, un credere in sé stessi, un aver acquisito delle competenze con una grande carica di vita, seppur piccole all’apparenza. Si sono riscoperti nei difetti e nei pregi, e con la voglia comunque di mettersi ancora in gioco. E la grande sorpresa della disabilità, quel valore aggiunto che non avrebbero mai immaginato! L’ INCONTRO che ha fatto la differenza in questa esperienza!
Nel loro portare l’esperienza hanno detto davvero delle belle cose, ed io, avendoli visti dal primo giorno, posso dire di trovarli cambiati ed in meglio! Ognuno a modo suo.
La potenza delle nostre realtà, va oltre i nostri limiti…che fortuna che abbiamo!
Qualcuno ha condiviso la paura della fine dell’anno di servizio civile: tocca a noi accompagnarli in questo traguardo, con l’ottica che non è una “fine”, ma un arrivo. Un arrivo che richiede un cambiamento nella relazione con noi”.