Scritto da Valentina Macchi, volontaria in Servizio Civile a Ratnapura nel progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2020 – Asia del Sud”

Avevo sentito parlare molto di Stella, ancor prima di averla conosciuta  di persona. I ragazzi e Giovanna la aspettavano da tanto tempo. Era un anno, oramai, che di lei non si avevano più notizie. In un momento di crisi, aveva deciso di lasciare la Comunità per starsene sola; e così, nel suo vagare, si era persa. Ma dopo un anno è stata ritrovata e, quando la notizia è arrivata in struttura, la felicità sul volto dei ragazzi era indescrivibile. Ci hanno fatto sapere che era ricoverata nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Ratnapura, a pochi passi dalla comunità. Così, a piccoli gruppi, abbiamo iniziato a farle visita. Quello che ho voluto raccontare è il mio incontro con Stella quando la vidi per la prima volta dietro le sbarre della camerata femminile del reparto di psichiatria. Un’esperienza forte che meritava di  essere raccontata, in qualche modo. Quando siamo arrivati, abbiamo chiesto di lei alle infermiere che ci hanno accompagnate di fronte alla “cella”. Stella non si era accorta della nostra presenza. Camminava avanti e indietro con le braccia strette in grembo, lo sguardo basso ed i capelli arruffati. Quando l’abbiamo chiamata è venuta verso di noi facendosi strada tra i letti delle altre pazienti sparsi per tutto lo stanzone. Stella ha accennato un sorriso che però si sarebbe spento di lì a poco quando si sarebbe resa conto che nemmeno quella volta sarebbe tornata a casa con noi. Secondo i medici il suo umore non era ancora stabile. E così abbiamo aspettato e alla fine è tornata a casa. Ma Stella non è serena nemmeno ora e sta spesso da sola. Ha bisogno di attenzioni e di sentirsi parte di una famiglia.

Questo è quindi un lavoro nasce dal bisogno di raccontare il disagio e lo stigma che Stella e tutte le persone che soffrono di disturbi psichiatrici vivono in Sri Lanka.

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