Un sole dentro al cuore
servizio civile italiaScritto da Roberta Operoso, volontaria in Servizio Civile a Reggio Calabria nel progetto “2020 Uomini… minori”
È importante ricordare e narrare il mio servizio civile, poiché da quel momento, qualcosa nella mia vita è cambiato, è migliorato.
Ho sempre rimandato l’idea di intraprendere questo cammino però un giorno, una mia cara amica e collega, ha iniziato a parlarmi della Comunità Papa Giovanni XXIII e dell’esperienza del servizio civile. La prima domanda che le ho fatto è stata: “Di cosa si occupa?” e lei mi ha risposto: “Di minori stranieri non accompagnati”.
Io non avevo mai vissuto esperienze con minori che erano arrivati in Italia con gli sbarchi e dopo aver parlato un po’, all’età di 28 anni, ho deciso di impegnarmi in questo viaggio con tanta curiosità e, forse, con tanta paura.
Mando tutto e vengo convocata per il colloquio di selezione!
Trascorso un po’ di tempo, arriva la notizia tanto attesa… ero stata selezionata! Ebbene sì, ero idonea!
I primi mesi, come ho sempre detto, avevo una grande angoscia per le storie che sentivo all’interno di Casa Annunziata: i viaggi dei ragazzi e ciò che avevano vissuto e subìto mi avevano procurato tanta tristezza.
Ho capito che la realtà era ben diversa da ciò che pensavo ma nello stesso tempo sentivo il bisogno, o forse la voglia, di crescere, di affrontare ciò che per me erano degli ostacoli. Ho capito immediatamente che questo percorso sarebbe stato complesso ma sicuramente BELLISSIMO! Ho imparato ad affrontare ciò che all’inizio era per me difficile gestire e ho imparato a comunicare con i ragazzi, cosa che potrà sembrare banale ma interfacciarsi con chi non sai cosa pensa di te, non sai come ti vede, con chi non ti conosce, non è semplice.
Quando parlo dei vari momenti vissuti con i ragazzi, sorrido sempre e guardo spesso foto e video, come se volessi rivivere ciò che, purtroppo, si è concluso. Il tempo è trascorso, sono cresciuta e ho superato con tanta pazienza e costanza tante difficoltà, per questo motivo sono più serena. Posso dire che per me è stata una delle esperienze più belle della mia vita, dove ho messo il cuore. Infatti la frase che ho detto sin dall’inizio e che non dimenticherò mai è stata: “Questa volta voglio vivere il servizio civile con tutta me stessa, visto che non ci sarà una seconda possibilità”.
Volevo essere me stessa, con pregi e difetti, e arrivati alla fine, posso dire che porterò per sempre nel mio cuore e nei miei ricordi il cammino condiviso insieme ai ragazzi che per me sono stati FORZA nei momenti difficili, GIOIA nei momenti tristi, SERENITÀ nei momenti belli.
Per me parlare con i ragazzi, sentire le loro storie, i loro segreti, confrontarmi, sorridere insieme, viverli nella quotidianità, sostenerli nei loro momenti difficili e/o di pianto, tutto questo ha un valore inestimabile e prezioso.
Ho proseguito fino alla fine con l’intento di migliorare sempre di più. Siamo arrivati alla fine e mi sento realizzata e soddisfatta di aver vissuto un’esperienza simile. Rendermi utile per qualcuno, anche solo ascoltando i ragazzi, è stato gratificante e meraviglioso!
Non nego che rifarei volentieri questo percorso, se fosse possibile, perché ho conosciuto persone eccezionali che nonostante abbiano ferite profonde e dolorose, mi hanno fatto vivere emozioni forti che voglio custodire e portare con me.
Ringrazio tutti, ovvero, i colleghi, operatori, la struttura, perché chi in un modo e chi un altro, mi hanno dato qualcosa.
È stato un vero piacere conoscere questi ragazzi e auguro loro il MEGLIO che si possa avere dalla vita, di combattere sempre e di non arrendersi mai!
Voglio bene a questi ragazzi e su di me sanno che potranno contare sempre perché loro fanno parte ormai della mia vita e non vederli più, ha lasciato in me, un vuoto non indifferente.