Le piccoli grandi differenze a La Paz

servizio civile estero Testimonianze

Scritto da Elisa Franchini e Giulia Martello, volontarie in Servizio Civile a La Paz nel progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2022 – CILE”

Qui a La Paz i progetti seguiti dai Caschi Bianchi sono quattro, due comunità terapeutiche che accolgono persone di sesso maschile, tra i 18 e i 50 anni circa, con problemi legati alla dipendenza dall’abuso di sostanze quali droga e alcol, e due progetti che seguono i bambini: un asilo ed un servizio mensa, che copre la fascia di età dai 6 mesi ai 17 anni. Io e gli altri ragazzi: Elisa, Simone e Tommaso, ci occupiamo di due progetti a testa, per quattro giorni alla settimana, mentre il quinto giorno lo riserviamo al servizio di strada. Ci rechiamo in luoghi specifici, dove vivono alcuni gruppi di persone che per l’abuso di sostanze sono arrivati, o per scelta o per mancanza di alternative, a vivere senza un tetto sopra la testa; portiamo loro un po’ di cibo, bevande calde e se possibile vestiti, coperte, materassi.

Questi progetti sono destinati a persone che non hanno più nulla o comunque con poche risorse, con famiglie divise e che vivono in situazioni sociali ed economiche difficili. Spesso sono dipendenti da alcol o da droga, con problemi relazionali, psicologici o fisici. La nostra presenza qui, almeno per come la vediamo noi, non è necessaria solo e strettamente per una questione di aiuto materiale, nonostante ce ne sia un grande bisogno, ma serve anche a dare un po’ di speranza, portare una piccola luce, porgere una mano, a persone che per la maggior parte della loro vita sono state rifiutate o isolate, che sono abituate a non ricevere nulla se non insulti o violenza.

Non facciamo nulla di speciale, andiamo nei progetti o per la strada e parliamo con loro, condividiamo i nostri pensieri, le nostre storie, ascoltiamo le loro, giochiamo con i bambini, aiutiamo in cucina o nei lavori preposti, riordiniamo, puliamo, diventiamo parte della loro quotidianità… niente di più. Eppure questo sembra fare una piccola differenza, lo vedi nei loro sguardi quando ti vedono partecipare, nei loro gesti quando gli stai vicino: ti abbracciano, ti baciano, ti sorridono e piangono, quando solitamente i boliviani sono molto riservati. A prima vista sono un popolo chiuso, sia per la politica che ha caratterizzato la loro storia, sia per il contesto in cui vivono, soprattutto a La Paz, considerata la capitale più alta del mondo (tra i 3.200 e i 4.100 metri a seconda del quartiere in cui ti trovi), circondata da montagne immense che ne determinano il paesaggio brullo e secco e sottoposta ad un clima che può cambiare più volte al giorno (dal caldo torrido al freddo gelido derivante dai ghiacciai alla pioggia tropicale che arriva dalla foresta amazzonica). Tutto ciò fa sì che i paceñi, gli abitanti di La Paz, siano di carattere montanaro, solitari, seri, legati alla cultura, alla terra ed alla tradizione. Ovviamente ci riferiamo a quella che, per noi, è stata la prima impressione. Non si aprono facilmente, sono diffidenti e spesso egoisti, ma proprio per questo sono capaci di regalarti enormi sorprese: tutti salutano quando sali su un qualsiasi mezzo di trasporto, se hai bisogno di indicazioni si fermano almeno in tre per aiutarti, condividono il proprio cibo con chiunque, è pieno di cani randagi ma quasi tutti hanno una cuccia o un vestito addosso che li possa aiutare contro il freddo.

Dopo più di tre mesi qui, possiamo dire che sono le piccole cose che ti entrano dentro, in cui trovi la gioia. Per noi, questa gioia ha il nome di Alejandra, Anna e Victoria, che vedete in foto, tre ragazze parzialmente autosufficienti dal punto di vista psicomotorio che vivono in una casa-famiglia della comunità gestita da Valeria ed in cui andiamo quando possibile per dare una mano e passare il tempo con loro pur non facendo strettamente parte dei nostri progetti.

La nostra esperienza che corre fin troppo velocemente è caratterizzata da un flusso continuo di scoperte e nuove narrazioni pronte a riscrivere le nostre vite, quelle che pensavamo di conoscere e che ora si presentano sotto una nuova luce ai nostri e ai loro sguardi.

A noi, essere entrate nella quotidianità di questo paese e popolo, basta a farci sentire grate della scelta fatta.


Scopri di più del progetto in Bolivia in questo video!