Servizio Civile: allenare l’empatia

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Scritto da Lucia Lacovara, volontaria in Servizio Civile a Pompei (NA) nel progetto “2022 Abitare oltre le barriere”

Sono Lucia e sono una volontaria in servizio civile presso la casa famiglia Santa Maria del Cammino, situata a Pompei. La mia giornata di servizio può essere paragonata ad una qualunque giornata in famiglia: ci si aiuta, ci si diverte, si passano momenti di spensieratezza ma anche momenti di confronto, dialogo e ascolto. Come si può notare dalle foto, spesso ci riuniamo per preparare qualche dolce, soprattutto in occasione di compleanni.

Durante il bando ero frenata dal fatto che in una realtà di casa famiglia ci si possa sentire “un estraneo in casa degli altri”, la paura di inserirsi in un contesto di fragilità. I miei timori iniziali, la paura dell’inserimento in una nuova realtà e di trovare difficoltà nell’inserimento sono state rimpiazzate da un senso di appartenenza ad una famiglia, dalla voglia di scoprire e di aiutare quanto più possibile, non solo gli accolti nella casa ma anche all’esterno, perché questa esperienza mi sta insegnando ancora di più ad “allenare” l’empatia verso il prossimo.

Sono tanti gli episodi significativi che ho vissuto durante il mio servizio, sicuramente uno dei ricordi più belli è quando sono andata al cinema con una delle referenti della casa famiglia a vedere “C’è ancora domani”, film che racconta la violenza sulle donne. L’ho trovato un momento molto importante perché oltre ad essere un tema purtroppo odierno visto i recenti fatti di cronaca, è proprio il senso del servizio civile, essendo lo stesso difesa non armata e nonviolenta, e trovo che parlare di questi argomenti, anche attraverso la visione dei film, sia un momento significativo.

Altrettanto significative sono tutte le formazioni che abbiamo fatto. Quella che mi è piaciuta di più sicuramente è quella residenziale a Mercatino Conca, che mi ha permesso di conoscere le diverse realtà della Comunità Papa Giovanni XXIII e di apprendere tante informazioni sul servizio civile che non conoscevo, ampliando ulteriormente il mio bagaglio culturale. Altrettanto bella è stata la formazione con una psicologa, che ci ha permesso di esplorare meglio le relazioni d’aiuto e capire come possiamo essere maggiormente utili in questo ambito.

Come in una qualunque famiglia o, in generale, in un contesto che richiede impegno, non mancano i momenti di difficoltà ma grazie al continuo dialogo con l’OLP e la referente, che hanno saputo creare con i volontari un rapporto di fiducia e stima, si è sempre pronti al dialogo e all’ascolto. Anche con gli accolti della casa famiglia si è creato un rapporto importante, soprattutto con i più giovani della casa che sono pressoché miei coetanei e, nonostante le iniziali difficoltà dovute alle loro fragilità, mi hanno accolta come una persona di famiglia ed entrando nel loro mondo ogni giorno è una scoperta. Anche con i responsabili della casa famiglia si è creato un bellissimo legame, che va oltre il servizio civile in sé. Spero che sempre più persone possano conoscere il servizio civile e soprattutto la Comunità Papa Giovanni XXIII.