A cosa porta il “nuovo” patto su migrazione e asilo dell’Unione Europea
corpi civili di pace TestimonianzeScritto da Maddalena Fabbi, Corpo Civile di Pace ad Atene nel progetto “CORPI CIVILI DI PACE 2022 – LA PROTEZIONE DEI CIVILI NEI CONFLITTI”
Il “nuovo” pacchetto legislativo su migrazione e asilo dell’Unione Europea è stato approvato dal parlamento europeo il 10 aprile del 2024. In breve si tratta di: fare un esame più rapido delle richieste di asilo, anche alle frontiere dell’UE, e rimpatri più efficaci; migliorare la procedura di identificazione all’arrivo; controlli obbligatori di sicurezza, vulnerabilità e salute per le persone che entrano irregolarmente nell’UE; gli Stati membri possono scegliere se assumersi la responsabilità dei richiedenti asilo, versare contributi finanziari o fornire supporto operativo; migliore risposta durante le situazioni di crisi; e, infine, un nuovo schema volontario per il reinsediamento dei rifugiati provenienti da Paesi terzi.
Ma questo patto non è “nuovo”, queste leggi non sono “nuove”, anzi sono già applicate in vari paesi, come la Grecia. Gli effetti dell’accelerazione delle procedure di asilo alle frontiere, dei centri di detenzione per la registrazione e identificazione, delle deportazioni basate sul concetto fluido di “terzo paese sicuro”, li vediamo e li ascoltiamo quotidianamente dalle persone che incontriamo fuori dai campi. La mancanza di chiarezza e assistenza legale spesso blocca le persone in un limbo burocratico per diversi anni. L’errore di battitura in un documento, un’intervista fatta senza il giusto interprete e senza nessuna preparazione, la mancanza di risorse per presentarsi agli appuntamenti legali, sono le trappole perfette conseguenze di Leggi che non rispecchiano la realtà sul campo. Per un siriano la Turchia è considerata Paese sicuro eppure noi incontriamo siriani che dalla Turchia sono stati deportati in Siria, dopo essere stati derubati di tutto, altri che in Turchia vivono atti discriminatori quotidianamente e vengono arrestati arbitrariamente.
In questo patto viene formalizzata una direzione che già è stata adottata da alcuni Paesi.