Cosa lascio? Cosa porto?

servizio civile estero Testimonianze

Scritto da Eleonora Piceni, Casco Bianco in Servizio Civile a Santiago del Cile nel progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2022 – CILE

Siamo arrivati alla fine, mi sono presa un po’ di tempo per scrivere questo testo perche finché mi trovavo nella zona di servizio non mi sentivo pronta, era ancora tutto troppo reale. Ora, nella mia camera che ormai non sento piu mia, per rientrare con calma in contatto con la realtà ho deciso di rispondere a queste domande che ci sono state fatte: cosa lasci e cosa porti di questo anno? Lo vedo quasi come un’attività terapeutica, per me e per chi, forse leggendolo, potrà ritrovarsi o incontrare conforto in queste semplici parole.

Sono Eleonora Piceni e sono un casco bianco appena tornato dalla zona di Santiago del Cile. Il mio servizio si è svolto principalmente in due progetti, il primo si occupava di accogliere ed aiutare persone in situazione di strada, il secondo invece aveva l’obiettivo di coinvolgere a livello lavorativo e sociale donne con sordità.

Ammetto che, quando ho letto la richiesta, un po’ innervosita mi sono detta “ma io non voglio lasciare niente voglio portare tutto con me”, il tempo ovviamente mi ha aiutato a distinguere le emozioni dalla realtà e sì, a dire la verità qualcosa lo voglio proprio lasciare. Voglio lasciarmi alle spalle tutte le insicurezze e le paure che mi hanno accompagnato durante il primo periodo di servizio e che pian piano ho lasciato andare a favore di una nuova e più profonda conoscenza di me stessa. Voglio lasciare tutto l’amore e l’affetto che ho donato alle persone con cui ho lavorato in questi mesi, appartiene a loro ed è giusto che rimanga lì. E infine voglio lasciare il succo in polvere, condimento dall’odore incerto per l’acqua che mi ha accompagnato per tutto il corso del mio servizio e che ha caratterizzato molti pranzi e molte cene con quella che oggi posso dire essere la mia nuova famiglia.

Diverso quello che invece voglio portare con me e se devo essere sincera, un po’ tutto. È sempre stato difficile per me gestire gli addii, sono un po’ come una forma di abbandono e di chiusura e questo non mi è mai piaciuto. Di conseguenza per contrastare questa tristezza cerco di aggrapparmi moltissimo ai ricordi e alle emozioni che hanno scritto questa esperienza.

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