Difendere la patria con gentilezza: il mio viaggio nella nonviolenza
servizio civile italia TestimonianzeScritto da Yasmine Comito, volontaria in Servizio Civile a San Giorgio Canavese (TO) nel progetto “Mi fido di te 2024”
Desideravo la pace per tutti e ho pensato di iniziare ad agire nel mio piccolo, nel concreto, con un percorso di obiezione alla guerra che mi sembrava infinitamente irrilevante, perché pensavo che sarei stata soltanto un’altra dei pochi a intraprendere una strada del genere. Però, in qualche modo e secondo qualche teoria, anche la più piccola delle azioni, un solo battito d’ali di farfalla di lieve entità, può scatenare, da qualche parte, un uragano.
La mia motivazione principale era la volontà di contribuire al miglioramento della comunità in cui vivo. Ho sempre creduto che ognuno di noi avesse una responsabilità verso il proprio Paese, non solo attraverso il lavoro e il rispetto delle leggi, realizzabile anche tramite gesti di solidarietà e partecipazione attiva.
Il Servizio Civile si è presentato fin dall’inizio come un portale sulla realtà, un’occasione per riflettere e ampliare le prospettive sui temi quali la pace e la vita, gli argomenti a me più cari, nonché quelli che occupano gran parte dei miei pensieri. Ho scelto di dare la possibilità al servizio di cambiarmi per una volta, e, invece, l’ha fatto ogni giorno.
Un aspetto che trovo particolarmente significativo è il legame tra servizio civile e difesa della patria, che non significa solo indossare una divisa e proteggere il territorio, ma anche promuovere i valori fondamentali di coesione sociale, solidarietà e uguaglianza. La modalità nonviolenta di difesa che ho avuto modo di scoprire mi è apparsa come una forma di difesa gentile di tutti gli aspetti che regolano la convivenza: l’inclusione sociale, l’educazione, la cultura, l’ambiente.
Il progetto che ho scelto, Mi fido di te 2024, mi ha coinvolto nell’ambito dell’inclusione sociale e del supporto alle persone con disabilità. In principio non credevo che in breve tempo avrei fatto la differenza nella vita di qualcuno. Eppure la fiducia di qualcuno, un bimbo, Nicola, credo di averla conquistata.
Per citare i Modena City Ramblers: “Fare la guardia alla Pace ha un costo. C’è chi è ricco, di questo è disposto”. Parafrasando: sono disposta a prendermi cura della pace, mia e di chi ho intorno, nonostante sia a conoscenza dell’impegno richiesto. Occorre anche dire, però, che ciò porta una ricchezza immensa.
A metà servizio mi sento di dire che ogni giornata è stata una vera e propria sfida, ma non c’è stata volta in cui non abbia imparato qualcosa, nel vedere la realtà circostante, e soprattutto, nel comunicare mediante azioni non verbali. Ciò mi ha permesso di rispondere ai miei dubbi iniziali: come si conversa con qualcuno che non parla o ha una lingua diversa? Un modo c’è: andando oltre le parole, provando altre tipologie di linguaggio o creandone di nuove.
Per sostenermi nella gestione delle difficoltà, ho espresso la volontà di comprendere e sperimentare, soprattutto in maniera creativa e semplice, adottando un punto di vista differente e più profondo. In generale, è stato necessario andare oltre, tralasciando i pregiudizi, superando le barriere e le regole della società utilitaristica, individualista e distaccata, le vecchie abitudini; adattarmi, decostruire la mia individualità in mattoncini per ricostruirla, mischiando la mia eredità insieme a quelle degli altri.
Riconosco di aver faticato per giungere al punto in cui mi trovo adesso e sono consapevole di essere soltanto a metà strada, ma, in fondo, sento che nonostante l’intensità degli sforzi lo rifarei e a cuor leggero. In ogni caso, posso dire di averne ricavato un’ottima opportunità di crescita e formazione, non solo per fare del bene, ma anche per riceverlo; per la quale sono davvero grata.
Questa esperienza mi ha resa più sensibile alla vulnerabilità e ai bisogni delle altre persone, tanto che ora cerco di essere una figura di supporto in vari ambiti della mia vita, svolgendo vari altri progetti di volontariato. Attualmente, ho un desiderio maggiore di continuare a essere d’aiuto per gli altri, anche perché non tutti possono permettersi questo privilegio, però sono molti coloro che avrebbero bisogno di essere aiutati.