Scritto da Silvia Zerbini, volontaria in Servizio Civile a Camisano (CR) nel progetto “2022 Tandem”
Mi chiamo Silvia Zerbini, ho 25 anni e vivo a Fiorenzuola d’Arda in provincia di Piacenza. Grazie al percorso di studi di psicomotricità presso la scuola CISERPP di Verona, ho avuto la possibilità di svolgere un tirocinio presso il centro diurno “Centro Primavera” in cui tutt’ora sto svolgendo Servizio Civile. È un centro diurno che accoglie circa dieci ragazzi di età compresa tra i trenta e i cinquanta anni con difficoltà psichiche e fisiche. La giornata inizia con un momento di preghiera e programmazione dopodiché iniziano le attività che impegnano tutta la mattinata. Si pranza insieme, si lascia ai ragazzi un momento di relax e successivamente si procede con il laboratorio pomeridiano. Infine, concludiamo con un momento di preghiera e di saluto. La settimana è scandita da varie attività ricreative e formative per i ragazzi come: motoria, laboratorio di cucina, psicomotricità, teatro, ergoterapia, musica, laboratori mirati al miglioramento delle abilità cognitive, ritiro e smistamento di indumenti usati. Ogni ragazzo ha delle piccole responsabilità assegnate secondo le doti e le potenzialità di ognuno.
L’impatto con questa realtà non è stato poi tanto difficile in quanto, essendo “figlia di comunità” e quindi nata in casa famiglia, ho sempre vissuto condividendo la mia vita e i miei spazi con persone in difficoltà. Tutto ciò l’ho sempre vissuto con molta naturalezza perché è la mia famiglia da sempre e non saprei immaginarla diversamente da come è. Grazie ad essa ho avuto la possibilità di conoscere la Comunità Papa Giovanni XXIII da un’angolatura particolare, concreta, ma forse un po’ ristretta. Sicuramente il Servizio Civile mi ha dato la possibilità di allargare i miei orizzonti, di conoscere altre persone della comunità che hanno fatto scelte di vita e di condivisione importanti. Esse sono per me un grande esempio di come la vita può essere donata e vissuta in pienezza. Grazie al loro esempio mi sono buttata cercando di dare il meglio di me.
Fin dal primo giorno i ragazzi, grazie alla loro spontaneità, mi hanno fatta sentire a mio agio e accolta per ciò che sono. Inizialmente cercavo di capire le caratteristiche dei vari ragazzi e il modo migliore di relazionarmi con loro. Mettendomi in gioco scopro ogni giorno delle capacità che non pensavo di avere, scopro la bellezza degli altri, ma anche la mia. È proprio vero che mettendo in gioco i propri pochi talenti si ritrovano moltiplicati. Vivo con entusiasmo ogni giornata consapevole che porterà con sé qualcosa di bello da scoprire. Non nascondo che ci sono anche delle fatiche come essere pazienti nel rispettare i tempi dei ragazzi a volte molto lenti, saper mettere al primo posto le loro esigenze mettendo in secondo piano le mie. Inoltre, anche la grande distanza del centro da casa mia è un investimento di energie non da poco. Queste fatiche vengono in secondo piano rispetto a tutto ciò che ricevo ogni giorno. È un’esperienza che consiglio a tutti sia per conoscere meglio sé stessi nel rapporto con gli altri, sia per capire che ognuno di noi, anche chi è più fragile e scartato, ha un valore immenso.