Scritto da Greta Lucia Petrulli, volontaria in Servizio Civile a Medina nel progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE – BRASILE 2024”
Mi chiamo Greta e da dieci mesi vivo a Medina, una piccola città del nord-est del Minas Gerais, in Brasile. Tra Medina e la vicina Itaobim, in una regione storicamente segnata da disuguaglianze e dalla scarsità di servizi pubblici, sto concludendo il mio Servizio Civile come Casco Bianco.
Un’esperienza in cui, insieme a una grande equipe, abbiamo affiancato bambini, ragazzi e famiglie che vivono in contesti di forte vulnerabilità sociale, offrendo loro spazi educativi e ricreativi che li aiutino a sognare oltre le difficoltà quotidiane.
Essere qui significa mettersi in gioco con cuore e tempo, costruendo relazioni autentiche e imparando ogni giorno qualcosa di nuovo.
Oggi, a gambe incrociate, seduta sul mio letto, ascolto per gli ultimi momenti i suoni che penetrano dalle finestre: voci, risate, e quelle canzoni che all’inizio non capivo e che oggi sanno di casa.
Ripenso a tutto ciò che ho vissuto in questi mesi, lontano da quella che è stata casa mia per oltre vent’anni. Le persone incontrate, i momenti condivisi, i sorrisi, le lacrime, gli abbracci. E poi le urla interminabili dei bambini, le giornate che sembravano non finire mai e quelle che, nonostante le difficoltà, la fatica e gli imprevisti continui, non sono mai riuscite a stancarmi.
Seduta qui, sento che questa casa è diventata mia. Quest’anno mi ha permesso di riscoprirmi, di ritrovare le mie passioni, le mie capacità. Mi ha restituito valore. È stata la mia rinascita.
Ho imparato a darmi tempo, ad adattarmi senza forzature, a non pretendere che tutto vada secondo i piani. Ho imparato ad accogliere gli imprevisti e farne tesoro, senza dover avere sempre un piano A, B o C. Ho imparato ad aprire le braccia alla vita lenta, lasciandomi alle spalle quella fretta che non lascia assaporare le cose.