L’Italia attraverso i miei occhi

Testimonianze volontariato europeo

Scritto da Hassana Reinskjen Leite de Valle volontaria del Programma ESC (European Solidarity Corps) presso Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

I viaggi in auto sono da sempre per me una delle parti migliori della giornata; fin da quando riesco a ricordare… i viaggi con la mia famiglia, il senso di estrema libertà, il vento in faccia, la musica che suona alla radio, le persone che sembrano rincorrerti. Anche qui in Italia per me non c’è niente di meglio… con i paesaggi mozzafiato, le enormi montagne, le case che sembrano isolate dal resto del mondo, i numerosi ciclisti che non si riposano mai, le persone in attesa dell’autobus o quelle che hanno il coraggio di viaggiare a piedi, scelta audace tenuto conto del torrido sole italiano che non risparmia nessuno.

Ci sono persone che non sopportano di restare rinchiuse tutto il giorno in uno spazio così limitato, perché si sentono intrappolate, senza nulla da fare. Ma ciò di cui non si rendono conto o che non riescono a vedere è che, sebbene fisicamente siano confinate in uno spazio piccolo, le loro menti non potrebbero essere più libere. Ad esempio, ogni volta che dobbiamo fare un breve spostamento a Rimini, mi proietto nelle infinite case che si vedono lungo il tragitto, magari vivendo una vita semplice o immaginando come sarebbe se fossi nata in Italia anziché in Brasile. Tutto diventa possibile se lasci libera la tua immaginazione.

Per una persona timida come me, relazionarsi con un folto gruppo di persone in uno spazio aperto non è un compito facile, ma in macchina, ascoltando una buona canzone, riesco a sentirmi più a mio agio e posso parlare di tutto. In questi brevi viaggi, mentre andiamo a fare la spesa o facciamo qualsiasi altra cosa a Rimini, ho la possibilità di conoscere meglio ciascuna delle persone che abitano CasaMondo.

Quando siamo andati ad un concerto a Rimini in occasione della “Giornata mondiale del rifugiato” (20/06/2019), l’eccitazione e l’animazione durante il viaggio erano palpabili. È stata una giornata fantastica, piena di risate e balli… e alla fine di tutto, sul retro del furgone di CasaMondo, nonostante la nostra poca energia dovuta alla stanchezza, abbiamo improvvisato anche noi un nostro concerto, forse un po’ stonato, ma l’importante era essere tra amici e riuscire a far durare la festa per qualche altro minuto in più.

Un altro ricordo che custodisco preziosamente nella memoria è il viaggio alle cascate. Ancora una volta la giornata è iniziata sul nostro amato furgone… tempo di sistemare i bagagli, chiudere le porte e siamo partiti per una nuova avventura! Prima di arrivare a destinazione, panorami incredibili hanno impreziosito il nostro viaggio, fatti di montagne, di piccoli villaggi in lontananza e di fiumi che animano questo splendido paesaggio.
Poi è stato il turno del lungo viaggio verso Venezia, la città delle maschere! La giornata era iniziata presto… davanti a noi c’era molta strada da fare. Sul furgone, che ormai è diventato la nostra seconda casa, tempo di una breve sosta per un selfie e siamo tutti crollati in un sonno profondo. Le ore passano lentamente, alcune persone parlano, altri usano i loro telefoni per vedere le notizie del giorno e altri ancora si concedono un po’ di riposo in più. Finalmente, dopo diverse ore e molti chilometri, scorgiamo Venezia, una vista che toglie il respiro e che terrò nella mente per il resto della mia vita.

Il viaggio di ritorno a CasaMondo è stato tranquillo e silenzioso, tutti erano sfiniti dalle lunghe passeggiate per le strade e per i vicoli di Venezia. Anche se siamo rimasti solo un giorno, è stato uno dei giorni più belli della mia vita, pieno di risate, sorrisi, conversazioni, selfie e, nonostante il caldo torrido, né il sole né l’immensa folla che aveva invaso Venezia sono riusciti a rovinare la nostra grande famiglia di CasaMondo.

L’essenza di questo progetto è integrare i volontari con gli abitanti di CasaMondo e, nonostante gli ostacoli tra cui la lingua poiché non tutti conoscono l’inglese, gradualmente, con il parlare del più e del meno, giocando a giochi da tavolo o guardando un film, tutte le barriere si superano. La grande varietà di persone che abitano questa casa, fatta di diverse nazionalità, etnie, religioni, costumi, culture, caratteristiche, rende l’integrazione quasi spontanea.
Nel mio primo mese a CasaMondo, non lo nego, mi sono sentita un po’ fuori posto, persa… non sapevo come rendermi utile, cosa normale, essendo la mia prima volta lontana da casa, dalla mia famiglia, dai miei amici, da tutto ciò che conoscevo e che mi era familiare. Ma col passare del tempo, con l’aiuto e il sostegno di tutti in casa, ho iniziato a sentirmi più libera e a mio agio e alla fine CasaMondo, situata in questo piccolo villaggio di nome San Savino, in Italia, è diventata la mia seconda casa.