Scritto da Camila De Los Milagros Quispe Galindo, volontaria nel progetto di Servizio Civile “2019 In rete con il futuro” presso il centro diurno “Il Biancospino” di Rimini.
Ciao a tutti, mi chiamo Camila, ho 23 ed abito a Rimini. Ero da un po’ che cercavo di poter far parte di un progetto di servizio civile e quest’anno sono riuscita ad entrare nel progetto “In rete con il futuro” presso la sede “Il Biancospino” di Rimini, dove fin da subito mi sono sentita a mio agio, sia grazie agli operatori sia grazie ai ragazzi del centro.
Al Biancospino condivido le mie giornate con persone con disabilità di età medio-alta con le quali svolgiamo piccoli lavoretti in base alle capacità di ognuno, attività che alterniamo in base ai periodi dell’anno. Ad esempio in questo periodo stiamo preparando dei sacchetti con accessori per un’azienda che produce finestre. Nonostante queste piccole attività siano svolte con serietà, non mancano momenti di svago e divertimento! Infatti il nostro Olp spesso ci allieta con musica di un tempo, che i ragazzi apprezzano molto e che fa suscitare in loro momenti del passato.
Oltre alle attività svolte al Biancospino, partecipiamo agli incontri di formazione previsti dal nostro progetto di servizio civile e uno di questi mi è rimasto impresso perché mi ha insegnato a guardare oltre alle apparenze e a non dimenticare il senso del servizio civile.
Ognuno qui ha una storia da raccontare e una mi ha particolarmente colpito: un ragazzo che come me frequentava il liceo ed una giornata che apparentemente poteva sembrare come le altre in realtà ha cambiato la sua vita. Arrivato come tutti i giorni alla fermata di casa non è sceso dal bus proseguendo la corsa; qualcosa era scattato in lui che non gli ha permesso di ritornare il ragazzo liceale che tutti conoscevano.
Anche durante il lockdown dovuto alla pandemia, il servizio non si è fermato e i nostri tutor ci hanno proposto alcune attività di volontariato. A me è stato affidato il compito di tenere compagnia telefonicamente ad un gruppo di signore. Lì ho capito quanto poteva essere importante anche un piccolo gesto: una semplice telefonata era per loro un momento di compagnia e confessione, nonostante non ci conoscessimo e non abbia ancora avuto il piacere di conoscerle personalmente.
In conclusione, posso dire di aver appreso una bella lezione di vita: sapere che per loro la mia presenza rende speciale la loro giornata mi fa capire che tutti anche con poco possiamo fare tanto e rimanere nel cuore di questi ragazzi proprio come è capitato a me con Sondra. Lei è la mia compagna di banco, durante la mia assenza per malattia mi chiamava tutti i giorni al telefono per sapere se stavo bene e chiedermi quando sarei tornata e non concludeva la telefonata senza dire: “IO TI ASPETTO…”.