Il mio anno da sballo

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Scritto da Linda Galassi, volontaria in Servizio Civile a Forlì (FC) nel progetto “2021 UN ANNO DA SBALLO”

Sono Linda, e ho 20 anni. Ho iniziato il mio Servizio Civile Universale a maggio 2022 con il progetto “2021 UN ANNO DA SBALLO” nella comunità terapeutica di Fornò a Forlì, dove ci sono persone in recupero dalla tossicodipendenza, alcolismo e in alternativa al carcere. Sono stati mesi strani, pieni di emozioni e il confronto con questa nuova realtà, con la quale non mi ero mai confrontata, mi ha fatto venire a galla nuove consapevolezze. Sono entrata poco alla volta, per paura di invadere la loro quotidianità, ma non mi sono mai sentita esclusa, anzi, da subito sono stata accolta calorosamente. È un’esperienza che ti riempie il cuore perché ti dedichi agli altri, ti fa davvero capire come si possa convivere con la sofferenza e andare avanti con un sorriso nonostante le difficoltà.

Ho conosciuto storie molto diverse tra loro e mi sono resa conto che non esiste un solo modo di vedere e di affrontare il mondo, ma soprattutto ho capito che tutti meritano una seconda possibilità. Sono talmente coinvolta in questo percorso che per ogni conquista dei ragazzi in comunità, per ogni loro traguardo e successo, esulto così tanto, come se ogni singola cosa fosse mia. E sono sempre più convinta che la semplicità dell’ascolto, quando i ragazzi condividono con me le loro storie, i loro problemi e i loro sogni, sia una delle cose più importanti; ed è questo, a parere mio, il valore del servizio civile. Quando parlo del mio servizio con persone esterne spesso mi sento dire: “ma lavori con i drogati?”, “mi raccomando stai attenta”, “è pericoloso”, “ma non hai paura?”; la paura è di chi non vuole conoscere, di chi critica, di chi giudica senza mettersi nei panni degli altri. In realtà mi spaventa chiudere gli occhi davanti al dolore delle persone, vedere le cose solo da un punto di vista e convincersi di essere migliori di qualcun altro. Questo vorrei dire in risposta a tutte quelle persone che mi dicono queste cose, anziché capire dai miei racconti l’entusiasmo e la passione che metto in ciò che faccio. Un ringraziamento ai ragazzi di Fornò, con le loro storie ho imparato a non dare niente per scontato, che nella vita si può sempre riparare agli errori fatti, ma soprattutto ho capito l’importanza delle piccole cose. Un grazie enorme va anche a tutti gli operatori e responsabili che mi stanno, anche indirettamente, insegnando tanto, sono sempre disponibili e pronti ad aiutarmi se ho bisogno di qualcosa e trovano sempre il modo di rendere meno pesanti le giornate, con scherzi e sorrisi. Mi godrò a pieno questi ultimi mesi, porterò nel cuore ogni momento trascorso qui, sperando di aver dato e di dare tanto quanto stanno dando loro a me.