Scritto da Bianca Dal Bo, volontaria in Servizio Civile a Santiago del Cile nel progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2022 – CILE”
In questi mesi, poche volte ho viaggiato fuori da Santiago del Cile dove svolgo il servizio, ma il mio cuore è in pace, perché se ci penso il lungo grande viaggio è quello in cui già sono dentro. La formazione in Italia e le prime settimane in Cile, erano un inizio rumoroso e rapido, intriso di paure. Poi mi sono ritrovata ben immersa nella vita cilena, la parte di mezzo dell’esperienza, un’onda anomala fatta dalle mille vicende quotidiane delle famiglie e dei progetti della Comunità Papa Giovanni XXIII qui a Santiago del Cile, nella comuna di Peñalolén, ai piedi della Cordillera, ai margini della città.
Mi è difficile ricordare tutto ciò che succede durante le settimane. La spiaggia tutta compatta che è l’esperienza del servizio civile, si frantuma, se ti abbassi e la guardi da vicino, se la tocchi con mano, in mille granelli di sabbia: tutte le emozioni, le conversazioni e le condivisioni che mi influenzano e mi cambiano ogni giornata.
Così, quando siamo andate a Potrerillos, in Argentina, un po’ fuori dalla bolla che mi rapisce nella vita quotidiana santiaguina, mi sono accorta che non era quel fine settimana in Argentina il vero viaggio, ma tutti gli incontri che mi stavano e stanno capitando tuttora, tutti i pezzetti di vita che mi stanno attraversando col passare dell’esperienza.
Cucinare le piadine la sera con Caro, Viola, Max, Claudia e Iso; accarezzare appassionatamente i gatti con cui vivo pur essendone allergica; trovare sicurezza nel profilo della Cordillera ben stabile di fianco a dove vivo; raccontarsi prima di andare a letto o organizzare un’attività con Viola, la mia compagna di stanza e di servizio, amare i ragazzi che vivono in una residenza per persone di strada in cui lavoro; piangere assieme a mia “sorella” Kimberly mentre ascoltiamo “L’immensità” pensando a mio nonno che la cantava sempre.
E infatti è l’essere insieme l’altra sensazione che provo qui quotidianamente. Non sono sola. Mi accompagnano nell’avventura Isolde, Viola, Alma, Eleonora, Marta, le altre casche bianche, le mie compagne di un viaggio impregnato delle emozioni e dei vissuti di queste cinque diverse ragazze, “las chiquillas”, così ci chiamano i cileni. Così che non mi muovo in solitaria, ma le azioni, le riflessioni di ognuna di noi crescono in un continuo dialogare e ascoltarsi. Il senso che io davo inizialmente al servizio civile si è esteso, ha assunto un senso più comune, è un muoversi d’insieme.
Potrerillos, 20 novembre
Anime compagne
È grumosa, pare dura, ma se schiacci si frantuma in fronzoli di sabbia
Il deserto di momenti passati tra i profili di una vasca di montagne di Santiago
Come anche, la terra chiara a Potrerillos su cui segue il mio fermarmi
Le soste di quel passo accovacciato intento a guardare da vicino,
dove sei finita ora, vita che ti sgrani
e così meglio nitida ti mostri
e così meglio scorri stremata tra le dita
sulla terra chiara poi dall’alto scorgo l’ombra sola,
e sulle strade, quasi una visione, i corpi concreti delle altre,
mani in comune, in continua scoperta, qui anime compagne in vicinanza