Scritto da Francesca Lacognata, Lorenzo Reggiani e Valeria Albonetti, Caschi Bianchi in Servizio Civile a Nairobi nel progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2022 – AFRICA”
Soweto è una piccola baraccopoli di Nairobi, tra l’area di Kahawa West e Githurai. L’odore di scarico, di spazzatura bruciata e alcool è caratterizzante quando si percorrono le vie sterrate e spesso sporche di questo posto. È un’area abbastanza pericolosa per la povertà, la criminalità e l’elevato consumo di changa, l’alcool tipico di questo slum prodotto e venduto illegalmente.
Fra le tante famiglie che conosciamo di Soweto c’è quella di M.C., una signora che abbiamo conosciuto all’inizio del nostro servizio e che ci siamo presi a cuore. M.C. è una donna di 31 anni con tre figli: D. di 14 anni, che frequenta il quinto anno della scuola primaria, S. di 12 anni, che frequenta la quarta elementare e P., che ha 7 anni e frequenta la seconda elementare.
Una mattina M.C.è venuta a chiedere aiuto al G9 centre, la struttura che accoglie minori vittime di povertà e dipendenza dove prestiamo servizio, in quanto la mancanza di lavoro non le permetteva di mantenere la famiglia e i tre bambini, su suo insegnamento, avevano iniziato a rubare. Già dal primo incontro abbiamo avuto modo di conoscere il suo carattere: timido e riservato ma al tempo stesso scontroso e pretenzioso quando richiede qualcosa. Inoltre, negli anni ha adottato la tecnica di far parlare la figlia maggiore quando hanno bisogno di qualcosa. Tempo fa lavorava già al G9 centre come signora delle pulizie ma poi è stata licenziata per aver rubato. La Comunità Papa Giovanni XXIII, che gestisce il Centro, ha comunque continuato a pagarle l’affitto e la scuola dei bimbi. Da questo incontro l’associazione ha deciso di riassumerla e adesso lava i vestiti dei ragazzi tre volte la settimana.
Noi Caschi Bianchi abbiamo deciso di seguirla dal punto di vista relazionale prendendoci l’impegno di andare a cena da lei una volta la settimana. Cenare da lei è un momento per giocare insieme, fare i compiti con i bimbi e un’ottima occasione per costruire una relazione. Un giorno, mentre lavava i vestiti, ha avuto una crisi epilettica e da quel momento ci siamo interessati anche della sua situazione medica accompagnandola in ospedale e aiutandola a prendere le medicine. Ci siamo resi conto che senza il nostro aiuto non sarebbe mai andata a fare le visite in ospedale, sia per motivi economici sia per un’incapacità di muoversi al di fuori della baraccopoli.