Scritto da Antonio Caterino, Loredana Lampo e Federica Lorusso, volontari in Servizio Civile ad Andria (BT) nel progetto “2022 Pronti a vivere”
Immersi nella Comunità Papa Giovanni XXIII, ogni giorno del nostro servizio diventa un capitolo avvincente di solidarietà e rinascita. Nella quiete dei luoghi che compongono questo villaggio di speranza, abbiamo trovato un mondo in cui l’accoglienza va oltre le parole, trasformandosi in azioni concrete e affetto palpabile.
La giornata inizia con il calore delle persone che si muovono con un unico obiettivo: costruire una rete di supporto per coloro che hanno conosciuto la fatica della vita.
Il nostro servizio assume varie sfaccettature ma tutte convergono verso un unico scopo: offrire una mano tesa a chi, per varie ragioni, si trova in situazioni di difficoltà.
La Comunità Papa Giovanni XXIII è una famiglia allargata, composta da individui che hanno abbracciato la missione di essere ponti verso la dignità e la rinascita. Partecipiamo attivamente agli incontri di gruppo, dove le storie di ognuno si intrecciano, creando una trama di resilienza e speranza. Ogni persona che attraversa la soglia della comunità diventa un capitolo in questa storia collettiva di riscatto.
La nostra giornata si snoda tra la cura degli spazi comuni e l’interazione diretta con gli ospiti della comunità. Lavoriamo fianco a fianco con coloro che stanno cercando di superare le sfide della vita quotidiana, offrendo un sorriso, una mano tesa o una parola di conforto. Questi gesti, seppur semplici, diventano pietre miliari nel cammino di chi cerca di risollevarsi.
La Comunità Papa Giovanni XXIII è un laboratorio di umanità, in cui l’accettazione delle diversità è il pilastro su cui si basa ogni azione. Ogni membro, con le proprie esperienze e sfide, contribuisce a creare un ambiente inclusivo in cui la solidarietà non è un concetto astratto, ma una realtà vissuta ogni giorno.
Particolarmente significative sono le attività rivolte ai bambini e ai giovani della comunità. Organizziamo laboratori educativi, giochi e momenti di svago che fungono da ponte verso un futuro degno di essere vissuto. Vedere i sorrisi e la speranza brillare negli occhi dei più giovani diventa la ricompensa più grande, confermando che il servizio è un investimento nel potenziale umano.
Ogni incontro con gli ospiti della comunità è un’opportunità di apprendimento. Ascoltiamo storie di coraggio, di rinascita e di resilienza che ci insegnano la forza della volontà umana. E così il Servizio Civile si trasforma in un cammino di crescita personale, un’esperienza che modella la nostra visione del mondo e rafforza la convinzione che ogni individuo merita una seconda possibilità.
In questa cornice, il nostro servizio si fonde con il tessuto stesso della comunità. La routine quotidiana diventa un rituale di speranza, in cui ogni gesto conta e ogni persona è un tassello indispensabile nel puzzle della rinascita. La casa famiglia Madonna di Guadalupe non è solo il luogo in cui svolgiamo il nostro Servizio Civile ma è diventata una scuola di vita, dove impariamo che la solidarietà è un viaggio collettivo che nutre l’anima e trasforma il cuore.
Siamo tre giovani animati dalla volontà di fare la differenza. Insieme, Antonio, Loredana e Federica, abbiamo formato un team coeso che affronta le sfide quotidiane con determinazione e spirito collaborativo. La nostra diversità di competenze arricchisce il tessuto della comunità, creando un ambiente in cui ogni abitante si sente valorizzato e supportato.
Abbiamo sperimentato il potere della solidarietà e della condivisione. Nel Servizio Civile, abbiamo imparato che l’atto di donarsi agli altri va ben oltre la semplice prestazione di servizio. È un gesto che costruisce ponti, rompe barriere e crea connessioni autentiche.
Dopo un anno di servizio civile, possiamo affermare con certezza che questa esperienza ha segnato profondamente la nostra crescita umana e spirituale. Abbiamo avuto l’opportunità di lavorare e collaborare a stretto contatto con persone di diverse età e background, imparando ad ascoltare, comprendere e rispondere alle loro esigenze. Questo percorso ci ha insegnato l’importanza della solidarietà, della collaborazione e del rispetto reciproco.
Abbiamo scoperto nuovi aspetti di noi stessi, sviluppando competenze che non sapevamo di possedere e migliorando quelle già acquisite. Abbiamo affrontato sfide che ci hanno fatto uscire dalla nostra zona di comfort, ma che ci hanno anche regalato immense soddisfazioni e la consapevolezza di poter fare la differenza nella vita degli altri.
Ringraziamo tutte le persone che hanno reso possibile questo viaggio: l’Olp, le mamme, i/le ragazzi/e di “Guadalupe” e soprattutto coloro che abbiamo aiutato.
Grazie a loro, abbiamo imparato che il Servizio Civile non è solo un dovere ma un’opportunità per costruire un futuro migliore, basato sui valori della comunità e del reciproco sostegno.
Concludiamo questo capitolo della nostra vita con gratitudine e ottimismo, consapevoli che le lezioni apprese e le esperienze vissute continueranno a guidarci nel nostro percorso futuro. Il Servizio Civile non è solo un anno della nostra vita, ma un seme piantato che continuerà a crescere e a influenzare positivamente il nostro cammino.