Scritto da Monia Gentile e Angela Sgobba, volontarie in Servizio Civile a Castellana Grotte (BA) nel progetto “Oltre la strada c’è la vita 2024”
Siamo Monia e Angela, di 25 e 22 anni ed entrambe studiamo all’Università. Io, Monia, ho appena concluso la magistrale in Innovazione Sociale e Politiche di Inclusione e sono un’assistente sociale, mentre io, Angela, sono all’ultimo anno di Scienze dell’Educazione. Entrambe abbiamo preso parte al progetto di Servizio Civile dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in Puglia dal titolo “Oltre la strada c’è la vita 2024” presso la casa di accoglienza “Il sogno di Giuseppe”. Un progetto con più sedi sul territorio nazionale che ha lo scopo di accompagnare e sostenere donne vittime di tratta.
Abbiamo scelto questo progetto perché volevamo metterci alla prova, iniziare a comprendere quale fosse il nostro posto nella società ma soprattutto riuscire ad oltrepassare pregiudizi e stereotipi che ci erano stati inculcati. Andando oltre tutte le barriere. In questi mesi ci siamo rese conto che, dopo il grande lavoro fatto su noi stesse e che continueremo a fare, il nostro obiettivo si è spostato sugli altri. Partendo dalle nostre famiglie, dal nostro gruppo di amici, abbiamo cercato sempre di più di far conoscere loro un altro punto di vista, notando come l’argomento della tratta sia ancora poco conosciuto.
In questi otto mesi abbiamo guardato negli occhi di molte donne e di molti bambini che, pur avendo subito sulla loro pelle, atti violenti e indicibili, erano colmi di speranza. Speranza che viene nutrita da tutti noi, coloro che li aiutano a sentirsi ancora vivi, quando molti altri, pressati dal pregiudizio, chiudono loro la porta in faccia. L’obiettivo finale è quello di creare, insieme, nuove opportunità di vita, cercare di renderle il più indipendenti possibile e di guardare, uniti, verso l’autorealizzazione.
Abbiamo preso parte anche a importanti formazioni dedicate, in modo più specifico, alla tratta degli esseri umani, e a formazioni più generali, le quali ci hanno permesso di conoscere gli altri volontari dei progetti, provenienti da altre regioni di Italia, con i quali abbiamo stretto un bellissimo rapporto.
Grazie alle formazioni abbiamo avuto la possibilità di addentrarci ancora di più nel fenomeno dello sfruttamento, potendo poi partecipare in modo più specifico alla mappatura di siti online, tramite i quali contattiamo le ragazze, proponendo loro il nostro aiuto e facendole sapere che noi ci siamo, siamo lì con loro, per qualsiasi necessità. Attraverso varie collaborazioni con altre case anti-tratta, appartenenti al progetto, abbiamo partecipato anche ad Unità di Strada, esperienza che ha cambiato il nostro modo di osservare il mondo.
Grazie al Servizio Civile abbiamo conosciuto tanti sorrisi, tanti occhioni felici che ogni giorno, anche con un semplice sguardo, ci hanno insegnato qualcosa in più e che porteremo sempre con noi. Abbiamo creato legami, condiviso idee, che hanno permesso di fidarci l’uno dell’altro, insegnandoci che “nessuno si salva da solo”, come diceva Don Oreste Benzi. E noi alla fine ci accorgiamo che siamo sempre salvati da chi è considerato uno scarto per la società.