Scritto da Matilde Capra e Leonardo Casadei, volontari in Servizio Civile a Forlì (FC) nel progetto “Insieme per crescere”
Ciao, ci presentiamo: mi chiamo Matilde e ho 28 anni. Da un po’ di anni stavo valutando se fare il servizio civile per avere l’occasione di entrare un po’ nel mondo del sociale, ambito che mi ha sempre interessata. Non mi ero mai data la possibilità di farlo perché lo studio aveva sempre preso la maggior parte del mio tempo: una volta laureata e approdata nel mondo del lavoro, però, mi sono ritrovata impiegata in lavori che sentivo – e sento – non appartenermi davvero, perciò ho deciso di buttarmi e provare a cercare un po’ di pienezza altrove. Il mio desiderio, quindi, quando mi sono candidata, era proprio quello di fare qualche passo avanti nella conoscenza di me stessa attraverso la relazione con gli altri, bambini e adulti, e di scoprire qualcosa di più su ciò a cui vorrei dedicarmi nella vita.
Io mi chiamo Leonardo, ho 23 anni. L’estate scorsa ho scelto di partecipare al progetto perché avevo voglia di spendere impegno ed energie in un’esperienza di servizio diversa da quanto avessi già potuto sperimentare nel mio percorso scout, che mi ha posto di fronte ad innumerevoli domande su come poter diventare un testimone credibile della mia scelta di fede. Sentivo infatti il bisogno di fare mio un nuovo modo di mettermi al servizio del prossimo.
Ci siamo conosciuti all’inizio dell’esperienza di servizio civile, che stiamo vivendo al Villaggio della Gioia di Villafranca di Forlì, una realtà dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Entrambi abbiamo scelto il progetto “Insieme per crescere” e, in particolare, la sede del Villaggio, perché incuriositi da questa realtà e per poterci relazionare sia con adulti, con cui condividere quotidianità e momenti di vita diversi dalla nostra, sia con bambini e ragazzi di età diverse. Con questi ultimi passiamo la maggior parte del tempo: insieme facciamo i compiti, prepariamo merende e condividiamo pomeriggi di giochi e laboratori.
All’inizio dell’esperienza, in alcune occasioni, costruire relazioni con tante persone nuove in un contesto già ben avviato ci è sembrato impegnativo: dovevamo capire come poter essere utili e allo stesso tempo come vivere al meglio il tempo speso qui. Molto presto il nostro modo di sentirci e di stare dentro al Villaggio è evoluto e ci siamo sentiti profondamente coinvolti grazie alle persone della comunità che ci hanno accolti, rendendoci partecipi dei vari momenti delle loro giornate, facendoci entrare all’interno delle loro famiglie, condividendo con noi i diversi aspetti della loro quotidianità.
Del tempo speso al Villaggio – finora 5 mesi, cioè metà della durata totale del progetto, iniziato a ottobre 2024 – ci portiamo dentro le piccole e grandi difficoltà di ciascuno, i passi compiuti quotidianamente, le sfide affrontate, i traguardi raggiunti, i successi festeggiati insieme. Un esempio di relazione che è diventata particolarmente positiva e significativa col passare del tempo è stata quella con una bambina di sei anni che frequenta la prima elementare. In un primo momento interfacciarci con lei nel ruolo di aiuto compiti ci aveva posto di fronte a delle difficoltà: la sua sta nella fatica di imparare cose nuove e la nostra nei tentativi per trovare la strada migliore per accompagnare lei nello specifico. Affiancandola tutti i pomeriggi per aiutarla e sostenerla nello svolgimento dei compiti che le vengono assegnati, di giorno in giorno stiamo osservando la sua crescita e la sua emozione nel riuscire a leggere, a contare, nell’ottenere risultati, con impegno e costanza. Il percorso con questa bimba sembra una cosa così piccola ma è in realtà grandioso per lei e si è rivelato molto emozionante anche per noi.
In generale, proviamo molta gratitudine perché sentiamo di stare camminando per la nostra crescita personale e, forse, ci appare un po’ più chiaro ciò su cui vorremmo impegnarci in futuro.
Ci auguriamo che l’incontro tra volontari in servizio civile e realtà come quella del Villaggio continui a creare occasioni di scambio personale e che ci sia, anche per tanti altri, come sta accadendo per noi, possibilità di arricchimento e crescita di tutte le persone coinvolte.