Scritto da Bianca Strona, volontaria in Servizio Civile a Ozzano dell’Emilia (BO) nel progetto “2021 CHIAMAMI PER NOME”
“Chi, se non io?
Dove, se non qui?
Quando, se non adesso?
Per chi, Se non per l’altro?”
Da sette mesi sto svolgendo il servizio civile in alcune delle case famiglia della Papa Giovanni XXIII, all’interno del progetto “2021 CHIAMAMI PER NOME”. Prima di conoscere la Comunità sapevo poco delle case famiglia; quello che mi ha portato a scegliere questo progetto è stato, da un lato, l’interesse per il mondo dell’educazione, dall’altro la grande curiosità di conoscere queste realtà dove ci sono genitori che hanno deciso di dedicare tutta la loro vita all’accoglienza e figli che si trovano a dover spartire l’amore dei genitori con tanti altri bambini, che vedono arrivare e spesso andarsene.
Il mio servizio consiste principalmente nel passare il tempo con le persone che vivono in queste famiglie. Nella maggior parte dei casi si tratta di bambine e bambini, ma ho avuto modo anche di assistere una signora con la sindrome di down e di confrontarmi con una ragazza che stava svolgendo il percorso per uscire dalla tossicodipendenza.
Questa estate ho partecipato a due campi estivi organizzati dalla Comunità e, per un’esperienza che potesse essere ancora più piena, ho scelto di vivere per due mesi in una delle case famiglia. Spesso partecipo alle attività in oratorio, dove vengono organizzate attività di aiuto compiti, giochi, laboratori o gite. Da qualche settimana ho cominciato anche a fare ripetizioni a una ragazza del liceo e ad aiutare due educatori che gestiscono un doposcuola per bambini.
Inoltre in questi mesi sono stata coinvolta in alcune iniziative proposte dalla Papa Giovanni: insieme agli altri volontari, in occasione della campagna “Un pasto al giorno”, abbiamo gestito dei banchetti di raccolta fondi per aiutare le persone che in Italia e nel resto del mondo soffrono la fame; mentre per la Giornata Internazionale dei Diritti dei Minori del 20 novembre abbiamo partecipato, in collaborazione con varie farmacie di Bologna, alla raccolta di farmaci utili alle case famiglia.
Molto arricchenti in questi mesi sono state le formazioni, l’ultima delle quali si è svolta nella Casa della Pace della Comunità, vicino Rimini, dove ho trascorso 3 giorni insieme ad altri volontari. Oltre ad aver affrontato temi interessanti, come la storia dell’obiezione di coscienza o la gestione del conflitto, ho avuto modo di approfondire il rapporto con gli altri volontari. Mi rendo conto di quanto sia utile avere delle persone con cui condividere questa esperienza e potersi confrontare sugli aspetti positivi e negativi di un percorso che è molto bello quanto faticoso.
Grazie a tutte queste esperienze sto avendo la possibilità di mettermi alla prova, di conoscere meglio me stessa e soprattutto di entrare in relazione con tante persone diverse da cui ho imparato e sto imparando molto.