Scritto da Greta Cenzon, volontaria in Servizio Civile a Forlì (FC) nel progetto “2021 UN ANNO DA SBALLO”
Sono Greta, ho 28 anni (lavoravo come impiegata) e da qualche anno avevo il desiderio di poter fare qualcosa per gli altri, per le persone meno fortunate, ma non avevo idea di come/dove/cosa poter fare.
Dopo il mio trasferimento a Forlì, un giorno, mi trovai ad una partita di calcio del mio compagno e mi furono presentati alcuni ragazzi che giocavano e stavano affrontando il percorso in una comunità terapeutica (CT).
Dissi fra me: “Ma come? Ragazzi così giovani che fanno un percorso in una CT? Fanno uso di sostanze? Sono alcolizzati? Sono stati in carcere? Ma come è possibile?”
Successivamente mi fu presentato il Servizio Civile.
Pensare a quei ragazzini così giovani “buttarsi via” in quel modo mi aveva fatto una certa tenerezza e ne ero rimasta un po’ impressionata.
Le domande che mi posi furono tante. Cosa potrei fare io per loro? In che modo potrei aiutarli? Ne sarei all’altezza?
Decisi di “buttarmi” e di intraprendere questa esperienza, non potevo pensarci troppo, l’anno successivo non avrei più potuto farlo avendo già 28 anni.
Una volta iniziato il servizio civile è venuto un po’ tutto da sé, vivendo e condividendo le giornate con i ragazzi ho iniziato a conoscerli e loro hanno conosciuto me. Mi sono sempre racconta con trasparenza sperando di riuscire a trasmettergli che ci si può entusiasmare anche delle cose più semplici come condividere una giornata di lavoro, le pulizie o la preparazione di un pranzo o di una cena.
Sono stata in silenzio ascoltandoli e ho strappato loro un sorriso nei loro momenti più cupi.
Più di una volta mi sono sentita dire: “Ma chi te lo fa fare di stare qui con noi?”
Secondo me i ragazzi hanno bisogno di imparare anche questo: che l’equilibrio della vita sta nelle cose più semplici e non negli eccessi.
Ho capito che loro non sempre sono riusciti ad essere ciò che volevano, perché le circostanze hanno preso il sopravvento.
Da questa esperienza non ne uscirò cambiata bensì arricchita, mi ha talmente coinvolto e avvolto che mi sono sentita nel posto giusto al momento giusto e per questo ne sono grata.
Sono contenta di essermi dedicata a tutto tondo a questa esperienza e di non averla presa come seconda scelta.
Il titolo del progetto racchiude tutta questa mia avventura: “Un anno da sballo”.
Mi sono sballata… ma di emozioni positive!!!