Scritto da Maria Verde, volontaria in Servizio Civile a Forlì (FC) nel progetto “Io speriamo che me la cavo 2024”
Mi chiamo Maria, ho 19 anni, studio filosofia all’università e svolgo il servizio civile presso la scuola paritaria bilingue Don Oreste Benzi. Ho scelto il progetto “Io speriamo che me la cavo 2024” perché in futuro mi piacerebbe insegnare.
In generale, ho scelto il servizio civile perché ero in un periodo della mia vita in cui sentivo che, per stare meglio, dovevo dare agli altri, senza aspettarmi nulla in cambio. Insomma, avevo bisogno della gratuità di cui parla Ferdinando Maria Ciani nel suo libro “Pedagogia della gratuità”.
Infatti, grazie al servizio civile, mi sono sentita meno estranea al mondo, trovando un posto accogliente in cui i miei ideali e i miei sentimenti avevano finalmente senso. Aiutando i “miei” bambini a scuola, ho ricevuto un tipo di amore che non mi sarei mai aspettata; il tutto donando me stessa, senza bisogno di fare altro.
Il mio progetto prevede infatti un supporto alle insegnanti e ai bambini, in modo che questi ultimi possano esprimere liberamente i loro bisogni e sentirsi accolti. Tutto ciò mi permette di imparare il metodo della scuola del gratuito, in cui i bambini (ma anche gli adulti possono imparare a farlo) crescono vivendo la scuola serenamente, senza avere come obiettivo ultimo il profitto, ma ci si concentra sulle originalità di ciascuno in modo che tutte le loro abilità possano fiorire ed essere valorizzate.
Mi è rimasto particolarmente impresso ricevere un abbraccio da un bambino autistico che è molto selettivo. È stato un traguardo significativo per me, dopo tante settimane che ero in quella classe e ho cercato di aiutare tutti allo stesso modo. È stata la dimostrazione che, forse, sono stata in grado di fare qualcosa di bello e giusto.
Penso che il mio progetto sia a difesa della patria perché investe sulle nuove generazioni che sono una base fondamentale per costruire una società nuova in cui l’utilitarismo, il materialismo, il cinismo e l’individualismo vengono messi da parte a favore dell’accoglienza, dell’amore, della gratuità, del supporto reciproco tramite reti di cittadini.