Scritto da Antonella Chiarolanza, volontaria in Servizio Civile a Legnago (VR) nel progetto “2019 Con il sole negli occhi”
Quando ho deciso di scoprire il mondo del volontariato avevo l’idea che dedicarsi a qualcuno fosse limitato solo ad offrire un pasto caldo. Ho iniziato così, in qualche mensa dei frati francescani, dando un pasto caldo per i senza fissa dimora.
In quel periodo ho incrociato sguardi, stretto mani, scambiato sorrisi, ascoltato storie… e mi sono resa conto che di fronte ad ogni storia o ne vieni fuori cambiato o quella storia non l’hai ascoltata bene.
Il momento in cui ho saputo della possibilità di partecipare al servizio civile è stato il perfetto incontro con ciò che sentivo di essere chiamata a vivere: qualcosa per cui ero tenuta a dare di più e la possibilità di donare me stessa tutti i giorni.
Vivevo già da qualche anno il mondo lavorativo ma mi accorgevo che il motivo per cui l’avevo scelto non mi bastava più.
Perciò, eccomi qua: sono Antonella, ho 29 anni e sono volontaria presso la cooperativa sociale “Il Calabrone” di Legnago in provincia di Verona.
Ho scelto di aderire al progetto Con il sole negli occhi con cui porto avanti l’obiettivo della struttura che, accogliendo giovani e anziani, disabili, tirocinanti in alternanza scuola/lavoro, persone in pena alternativa al carcere e chi vive situazioni di disagio, dà una dignità lavorativa e prepara alcuni anche a future esperienze professionali.
All’inizio del servizio il senso di inadeguatezza accomuna sempre un po’ tutti. Ricordo bene il mio primo giorno di servizio: l’incapacità e il chiedermi “Cosa posso dare?”.
Ad oggi ho scoperto che non esiste il manuale del volontario. Ci sono partenze per cui non bisogna necessariamente armarsi di cose, allora va’ e porta te stesso!
Grata di questa esperienza da vivere e a chi mi ha concesso quest’opportunità.